il manifesto 26.1.19
Landini debutta: «Il vero cambiamento siamo noi»
Il congresso. Il saluto a Susanna Camusso: «Ti propongo come ambasciatrice del sindacato»
di Massimo Franchi
Bari
«Noi siamo il vero cambiamento, non il governo del finto cambiamento».
Nel suo primo giorno da segretario generale Cgil Maurizio Landini,
maglione rosso, arringa nuovamente la platea dei delegati. «E’ la nostra
carta dei Diritti, la piattaforma con Cgil, Cisl e Uil che cambierebbe
il paese rimettendo al centro il lavoro, non la manovra recessiva».
NELLA
QUARTA E ULTIMA giornata del congresso di Bari dedicata all’addio a
Susanna Camusso, chi ne ha preso il testimone spiega le sue prime
iniziative assai simboliche. «Appena eletto sono andato a un’assemblea
dell’Anpi di Bari per dire che la resistenza contro il fascismo non è
finita e dobbiamo continuare perché è un valore fondamentale al quale
non possiamo rinunciare, poi ho raccolto l’indicazione di Serena
Sorrentino (segretaria dei lavoratori pubblici della Fp) e insieme
andiamo al Cara di Bari (visita fatta nel pomeriggio sotto una pioggia
battente, ndr), quelli che il governo vorrebbe chiudere, perché sia
chiaro che questa Cgil ha nel suo insieme un’altra idea di società».
L’ATTACCO
POLITICO ha un destinatario preciso: «Visto che Salvini è stato eletto
in Calabria, a me è capitato di visitare la baraccopoli di San
Ferdinando. Vivono in condizioni disumane, a livello dello schiavismo.
Come si fa ad alzarsi la mattina e mettere la nutella sulle fette
biscottate, dire due cavolate, fare un tweet e non porsi il problema che
c’è un sistema fondato sullo sfruttamento?» Ma anche Di Maio non viene
risparmiato: «Abbiamo due vicepremier che parlano di lavoro senza aver
mai lavorato o essere stati poveri», dice rispondendo a una domanda di
Dario Vergassola, venuto con Neri Marcorè alla Fiera del levante.
Nel
suo discorso Landini lancia due nuove idee per la Cgil. La prima è «il
sindacato di strada: andare tra i lavoratori nei cantieri, nelle
campagne, come rinnovata pratica sindacale per tutta la Cgil». La
seconda è ripartire da «proletari di tutto il mondo, unitevi»: lo slogan
del manifesto di Marx «è più attuale che mai»: «non è del secolo scorso
ma deve essere la bussola per il sindacato di oggi».
LA GIORNATA
COMINCIA con la grande festa per Susanna Camusso. Dopo le tensioni per
la possibilità che la segretaria uscente rimanesse nella nuova
segreteria, da Landini arriva una doppia delega: «Ti chiedo, ti
propongo, due deleghe molto precise: continuare la battaglia che a nome
della Cgil hai fatto e che ti ha portato vicina al sindacato mondiale,
dobbiamo continuare per vincerla. Susanna, ti chiediamo di andare a
rappresentare la Cgil: un’ambasciatrice sindacale che gira per il mondo.
Lanciamo l’expo internazionale del lavoro in modo che il mondo guardi
lo stato in cui versa il lavoro», propone Landini. La seconda delega è
quella legata «al genere e alla cultura del genere».
CAMUSSO PRIMA
aveva salutato sulle note di «Bella ciao»: «Vi voglio bene davvero, al
lavoro e alla lotta. La nostra organizzazione può essere un sogno di
appartenenza, la Carta dei diritti universali ha dato passione ai
lavoratori. Caro Maurizio, abbiamo ricostruito un senso comune. Siamo
parte di una straordinaria comunità, la Cgil», ha concluso fra applausi e
qualche lacrima.
L’elezione di Landini provoca reazioni
inaspettate nei 5S. Il governo non era a Bari ma il sottosegretario al
Lavoro Claudio Cominardi augura «buon lavoro al nuovo segretario Cgil
nella speranza che riesca a far tornare il sindacato alla sua missione
originaria, quella della difesa dei lavoratori. Da parte nostra, massima
disponibilità a un confronto, purché intellettualmente onesto».