il manifesto 26.1.19
Dagli all’ideologo
L'editoriale. Maurizio Landini e «la Repubblica»
di Rossana Rossanda
In
questi giorni, la Repubblica, il giornale di Scalfari e di Mario
Calabresi ha dato notizia che il nuovo segretario della più grande
confederazione sindacale italiana, la Cgil, è diventato Maurizio
Landini, già segretario della Federazione impiegati e operai
metallurgici (Fiom) ma la Repubblica preferisce definirlo ideologo.
L’ideologia
non è un’idea ma un complesso di idee, più o meno come una cultura o
un’identità culturale, qualcosa di cui è bene diffidare.
Da
qualche tempo la parola ha assunto una connotazione negativa, che in
passato non aveva: si dice per significare idee false, diffuse, volgari.
La
Repubblica ha dunque pensato bene di mettere in guardia dal loro
segretario i cinque milioni di iscritti del più grande sindacato
italiano, appena eletto; non so se sia il modo più corretto di dare una
notizia.
Avrebbero trovato più affidabile l’altro sfidante, Vincenzo Colla.
Certo
era quello che avrebbe preferito il dirigente della Fca, Marchionne,
deceduto lo scorso anno, che con Landini non desiderava neppure
discutere.