il manifesto 25.1.19
La Cgil fa la cosa giusta
di Norma Rangeri
Tra
rituali d’ordinanza (il conclave notturno) e etichette d’antan (il
riformista e il movimentista), alla fine il XVIII congresso della Cgil,
eleggendo Maurizio Landini segretario, ha scelto un leader popolare,
credibile e rappresentativo. L’essere stato prima di tutto un operaio
non è una credenziale secondaria. L’essere diventato il segretario della
Fiom ne ha segnato la formazione sindacale. E l’essersi poi «laureato»
con la tesi vincente della battaglia per i diritti dei lavoratori di
Pomigliano contro la Fca di Marchionne, lo ha definitivamente promosso a
leader nazionale.
Maurizio Landini eredita una Cgil che ha
saldamente tenuto il fronte della battaglia contro il jobs act e le
politiche del Pd renziano. La Cgil di Camusso, con la Carta dei diritti e
i referendum, ha aperto un processo, teorico e politico, urgente e
necessario a tenere tutti e due i piedi in un mondo del lavoro segnato
da precarietà e salari di povertà.
L’esito del congresso è anche un
buon esempio di unità, si direbbe più unico che raro di questi tempi
magri per la sinistra nel nostro paese. Buono perché non governato dai
personalismi e perché basato su una condivisione non formale del
documento congressuale.
Il battesimo da segretario Landini lo
celebrerà in piazza, nella prossima manifestazione unitaria con Cisl e
Uil contro la manovra di bilancio del governo.
Si può immaginare
facilmente che continuerà a fare proposte e a chiedere confronti con
tutte le forze sociali e politiche. Lo ha sempre fatto (attirandosi
accuse di renziano e grillino a seconda del momento) da segretario della
Fiom tanto più lo farà da segretario della Cgil.
Il vecchio
collateralismo è finito da un pezzo e la battaglia contro una crescita
senza sviluppo, contro le diseguaglianze, la feroce precarietà, contro
il ricatto tra salario e salute è una bussola che Maurizio Landini ben
conosce. Il Pd rottamato dalle riforme renziane come i 5Stelle sfigurati
dall’alleanza con la destra di Salvini, avranno di sicuro un
interlocutore attento, ma anche un osso duro che non farà sconti.