martedì 22 gennaio 2019

il manifesto 22.1.19
Il fronte bollente dell’Irlanda del Nord, a Derry torna l’incubo New Ira
L’attentato di sabato. L’esplosione dell’autobomba davanti al palazzo di giustizia non è stata ancora rivendicata, ma sono già scattati i primi cinque arresti. Condanna unanime dei partiti, soltanto Saoradh non si unisce al coro
Il luogo dell’esplosione dell’autobomba sabato sera a Derry
di Enrico Terrinoni


Alle 20.10 di sabato sera è esplosa un’autobomba nel centro di Derry, a due passi dalla sede di una loggia massonica e di fronte al palazzo di giustizia. Il veicolo, usato da una pizzeria per le consegne a domicilio, era stato rubato nel pomeriggio. Come di norma, l’attentato era stato anticipato da una telefonata. Qualcuno ha chiamato l’associazione benefica The Samaritans, ma a rispondere è stato un operatore di un call centre nelle English Midlands, in Inghilterra, riducendo così il tempo a disposizione della polizia per evacuare la zona. Sono state fatte allontanare circa 150 persone dalla Masonic Hall. Il congegno è esploso durante le operazioni di polizia, ma senza causare vittime.
Tutte le forze politiche hanno condannato l’attentato, stigmatizzandolo come violenza cieca inferta alla popolazione di Derry. Soltanto il partito Saoradh, ritenuto da molti analisti vicino alla New Ira, non si è unito al coro. Molti suoi membri sono da qualche tempo nell’occhio del ciclone e vengono marcati stretti dalla polizia nordirlandese.
Nel comunicare sui social la notizia dell’esplosione, Saoradh ha ricordato la coincidenza con il centenario dell’attacco di Soloheadbags, nella contea di Tipperary, che il 21 gennaio del 1919 diede il via alla guerra d’Indipendenza, o guerra Anglo-Irlandese.
In quell’occasione, importanti esponenti degli Irish Volunteers (la formazione da cui nasce l’Ira) come Dan Breen e Séan Tracey, uccisero due irlandesi appartenenti alle forze di polizia britanniche. L’intento di quell’imboscata non ufficialmente autorizzata dal comando centrale, era di provocare una reazione da cui scaturisse una guerra vera e propria, che però, a differenza del passato, sarebbe stata condotta con le tecniche più efficaci della guerriglia.
Dell’attentato di sabato è ritenuta responsabile la New Ira, la più pericolosa delle organizzazioni di dissidenti repubblicane attive sul suolo dell’Irlanda del Nord, che proprio a Derry sembra avere una delle sue roccaforti. Tuttavia, all’oggi non è ancora pervenuta alcuna rivendicazione, sebbene siano state arrestate già cinque persone ritenute coinvolte.
Sempre a Derry ieri è scattato per ben due volte l’allarme sicurezza, dopo che due veicoli, uno in mattinata e uno nel primo pomeriggio, sono stati sequestrati da due commando rispettivamente di tre e quattro uomini con i volti coperti da passamontagna. Le forze dell’ordine hanno blindato le zone di Creggan e di Southway, e la situazione è ancora in evoluzione, e sul primo dei due furgoni la polizia ha operato una detonazione controllata.
Analisti sui media irlandesi si dicono scettici della coincidenza simbolica tra l’attentato di sabato e quello di cento anni fa, ma gli avvenimenti odierni sembrerebbero confermare una connessione.
Scetticismo viene anche esternato nei confronti di un’altra coincidenza, quella tra queste azioni paramilitari scomposte, che chiamare resistenza sarebbe fuorviante, e il possibile fallimento definitivo delle negoziazioni tra i Britannici e la Ue in vista della Brexit. È indubbio tuttavia che gli scenari immaginabili, determinati dall’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, non sono affatto rassicuranti.
L’opzione del referendum sull’unità irlandese, che in molti ora caldeggiano, porterebbe con tutta probabilità a una qualche forma di reazione degli ancora bene armati gruppi paramilitari lealisti che ancora si muovono indisturbati in tante zone del nord. La possibilità, invece, di un ritorno al confine inviterebbe a nozze chi, come la New Ira, non ha mai avallato la strategia del processo di pace.
Nel frattempo, a Soloheadbags si è tenuta oggi una manifestazione commemorativa dell’attentato di cento anni fa, organizzata proprio da Saoradh, e trasmessa in diretta sui social. Il video è stato visionato in meno di tre ore da quasi duemila persone. Il post che lo annuncia, ricorda i cento anni dall’inizio della guerra e si conclude con le parole: «Stand up and fight back! Join Saoradh! Unfinished Revolution!» (Reagite e combattete! Unitevi a Saoradh! La rivoluzione incompiuta!).