il manifesto 20.1.19
La Women’s march a Roma contro la violenza Ieri la manifestazione a Roma
di Alessandra Pigliaru
“Neoliberismo,
sfruttamento, violenza: sono tutti sinonimi del patriarcato”. In tante
si sono trovate ieri in piazza Santi Apostoli a Roma per il terzo anno
della Women’s march che nella capitale, come nel mondo, catalizza
associazioni, comunità e gruppi di donne (e uomini) che intendono dire
no al sopruso vorace di una politica machista e coercitiva. A Roma
prensente anche la Casa internazionale delle Donne, insieme alla rete
dei centri antiviolenza Di.Re. che, sostengono questa marcia della
libertà femminile contro ogni forma di razzismo, sessismo e neofascismo.
Elizabeth Farren, organizzatrice e parte della women’s march global,
presente in piazza insieme a Loretta Bondi della Casa internazionale di
Roma e molte altre che, quotidianamente e capillarmente, lavorano sui
territori. In particolare le donne dei centri antiviolenza che, non lo
si ripeterà mai abbastanza, fanno un lavoro imprescindibile accanto a
chi decide di intraprendere un percorso di fuoriuscita dalla violenza e
che pur tuttavia non vengono sostenute abbastanza da un punto di vista
economico.
Nel 2017, dopo l’elezione di Donald Trump, negli Stati
Uniti è stata organizzata la prima Women’s March che ha raccolto milioni
di donne rappresentando una forma generativa di politica. Se in queste
ore, al netto delle polemiche – da approfondire e verificare nei loro
punti poco chiari – riguardo le accuse di antisemitismo che alcune
organizzatrici hanno ricevuto, ancora molte donne si ritrovano nelle
strade del mondo a dire no alla violenza neoliberista e patriarcale, è
segno che nei tempi impietosi che il mondo attraversa, la parola delle
donne diventa azione immediata con un protagonismo di eccezionale e
impareggiabile forza.