il manifesto 11.1.19
L’alienazione come concetto da ridiscutere
A proposito dell'ultimo numero di «La società degli individui», a cura di Ferruccio Andolfi e Giovanni Sgro’
di Marco Gatto
Il
quadrimestrale di filosofia e teoria sociale La società degli individui
dedica il suo ultimo numero a una rilettura del tema dell’alienazione
depositato in quel testo tanto importante quanto discusso che è la
raccolta dei Manoscritti economico-filosofici del 1844 di Karl Marx.
Ferruccio Andolfi e Giovanni Sgro’, nelle pagine introduttive, spiegano
perché sia necessario ripensare adeguatamente il Marx umanista, dopo una
lunga stagione che, da più versanti, ha inteso ribadire la centralità
del Marx scienziato dell’economia, allestendo così una scissione assai
problematica nell’opera del Moro che è alla base anche del più recente
dibattito storiografico e filosofico. Per i curatori, che si
riallacciano a una più generale ripresa del concetto di alienazione
proveniente da pensatori quali Axel Honneth e Rahel Jaeggi, ma che ne
considerano la problematicità sia nel suo crinale critico-negativo, sia
in quello propositivo di ripensamento della centralità individuale, gli
attuali «fenomeni di spossessamento del sé continuano ad attirare
l’attenzione anche dopo il superamento delle ingenuità
utopico-essenzialiste» ormai date per scontate nel cammino riflessivo di
Marx.
DEL RESTO, se è vero che il capitalismo contemporaneo
produce forme di vita devote alla superficie o a uno sradicamento del
concreto verso i registri distorsivi dell’astratto, che sovente sposano
l’interezza delle retoriche neoliberali sul lavoro, una riflessione
sulle nuove modalità di estraneazione sembra farsi all’ordine del
giorno. Quelle oggi concepite come patologie sociali possono comunque
definirsi attraverso concetti che rappresentano una dislocazione, una
dissociazione dell’individuo dall’ambiente sociale, e dunque un suo
autonomizzarsi dai legami; nello stesso tempo, questo distacco
presuppone, per alcuni, una positiva esperienza critica e dunque
l’apertura a una nuova modalità di conoscenza ed esperienza: una doppia
accezione, insomma, che rende problematico il quadro filosofico legato
al concetto di alienazione.
IL NUMERO è assai denso; i contributi –
a firma di Mario Cingoli, Marcella D’Abbiero, Enrico Donaggio, Roberto
Fineschi, Paulo Denisar Fraga, Stéphane Haber, Stefano Petrucciani,
Eleonora Piromalli, Yvon Quiniou, Emmanuel Renault e Massimiliano Tomba –
problematizzano le questioni rilevandone diversi gradi di prospettiva;
non manca una riflessione, allestita da Sgro’, sull’interpretazione che
dei Manoscritti avevano offerto Herbert Marcuse ed Erich Fromm, dei
quali il numero presenta due scritti sul materialismo storico e sul
socialismo. È ovviamente legata a questa riconsiderazione critica del
Marx umanistico la proposta, messa in campo ancora da Andolfi e Sgro’,
di una nuova edizione commentata dei Manoscritti, appena uscita presso
l’editore Orthotes, e calibrata sulla nuova Marx-Engels-Gesamtausgabe,
con un testo di accompagnamento assai puntuale che guida la lettura
passo dopo passo.