domenica 6 gennaio 2019

Il Fatto 6.1.19
Americhe, Europa: la pedofilia scuote la Chiesa
Gli orchi - Nuove accuse per l’ex arcivescovo di Washington, McCarrick. A Lione 70 scout abusati
di Giampiero Gramaglia


L’anno è nuovo, ma la spina per la Chiesa è sempre la stessa, annosa, secolare: le denunce di pedofilia fioccano in questo scorcio di 2019, dall’America latina al Nord America, mentre in Europa si aprirà, domani, a Lione, il processo a una cardinale accusato di avere coperto un prete pedofilo.
Se le parole del Papa in una lettera inviata ai vescovi Usa giovedì scorso erano consapevoli moniti, quelle dette ieri dall’anziano cardinale tedesco Walter Brandmuller, per il suo 90° compleanno, provano che la coscienza del problema non ha ancora pervaso tutto il clero: secondo Brandmuller, l’indignazione di cui la Chiesa è oggetto per gli scandali di pedofilia denota “un’ipocrisia sociale”, perché “quello che è accaduto nella Chiesa non è diverso da quello che accade nella società” – dove, però, certi crimini godono di scarsa copertura e di zero tolleranza.
Nella lettera ai vescovi Usa, il Papa afferma che gli abusi e le loro coperture minano la credibilità del clero e lancia un appello a una sorta di conversione per combattere gli abusi, mettendo da parte “vittimismi e atteggiamenti difensivi”. A sostegno della posizione papale, l’arcivescovo di Monaco di Baviera, cardinale Reinhard Marx, nell’omelia di Capodanno aveva sollecitato un rinnovamento della Chiesa, proprio alla luce del fallimento su pedofilia e abusi sessuali.
A febbraio, Papa Francesco ha convocato in Vaticano i presidenti di tutte le conferenze episcopali mondiali, proprio per decidere insieme le misure da prendere contro questa piaga, pur tenendo conto del fatto che la geografia degli abusi, almeno di quelli accertati, è molto diversa.
Le cronache sono implacabili. Domani, il processo di Lione vedrà imputato il cardinale Philippe Barbarin, che avrebbe coperto, ignorando le denunce e lasciandolo al suo posto, padre Bernard Preynat, che avrebbe abusato di 70 scouts tra gli Anni 70 e 80.Il cardinale, che ha sempre respinto le accuse, potrebbe conoscere il verdetto della giustizia laica già mercoledì 9.
Ieri, s’è saputo che un prete della diocesi di Talca, in Cile, è stato ridotto allo stato laicale: padre Luis Felipe Egana Baraona, un ex cappellano dei carabinieri, lo aveva espressamente chiesto, essendo finito sotto indagine per accuse di pedofilia a partire dal 1985. Il Papa ha accettato la richiesta “per il bene della Chiesa”. Il Cile è uno dei Paesi più scossi dal problema, con gli Usa, l’Irlanda e l’Australia. E giovedì si era saputo che un vescovo argentino, dimessosi per motivi di salute dalla responsabilità della diocesi nel 2017, ma poi assegnato dal Papa ad altri incarichi in Vaticano, è oggetto d’un’inchiesta: almeno tre sacerdoti lo accusano di abusi sessuali e altri comportamenti scorretti (anche economici). Il vescovo Augusto Zanchetta, 54 anni, è stato sospeso dal lavoro. Ma l’attenzione è alta soprattutto su quanto accade negli Usa, dove l’arcidiocesi di New York sta indagando su un terzo caso di abusi su minore riguardante l’ex arcivescovo di Washington ed ex cardinale Theodore McCarrick. Insieme a Boston e alla Pennsylvania, Washington pare il terzo polo della pedofilia ecclesiale nord-americana, oltre a essere una sorta di porto delle nebbie della Chiesa a stelle e strisce.
Le accuse a McCarrick emersero per la prima volta sei mesi fa: molestie su un ex chierichetto negli Anni 70. Un mese dopo, ecco le accuse di James Grein, il figlio di amici di famiglia del prelato, molestato da quando aveva 11 anni. Poi le accuse di molestie sessuali verso seminaristi adulti. Il terzo caso tre mesi fa: un uomo di circa 40 anni accusò McCarrick di abusi quando era minorenne.