venerdì 4 gennaio 2019

Il Fatto 4.1.19
“È un primo passo per ritornare un Paese normale”
Sabina Guzzanti - “Una tivù libera serve alla democrazia”
di Silvia D’Onghia


“Non torneremo a essere un Paese normale, ma il fatto che ci possa essere una televisione libera e che la cultura possa tornare a respirare aiuta tutto il resto”. Sabina Guzzanti è al lavoro su un film, ma accoglie positivamente l’apertura del direttore di Rai2, Carlo Freccero, che ha annunciato il ritorno in tv di Luttazzi.
Sabina Guzzanti, possiamo sperare che sia un nuovo inizio, ameno per la satira?
Penso di sì. Mi è parso che anche dentro Rai3 l’aria stia cambiando. Questo governo ha tanti difetti, ma censura televisiva ancora non c’è stata. Censurano le vite umane magari, hanno tagliato i fondi al Manifesto, a Radio Radicale e ad Avvenire, ma per ora sembra che in Rai ci siano delle aperture almeno per la satira.
Nel novembre scorso, a 30 anni di distanza, proprio su Rai3 è tornata “La tv delle ragazze”. Che Rai era quella degli anni Ottanta?
Che mondo era, vorrà dire? La Rai è il riflesso di ciò che ci sta intorno. Era un mondo che aveva un’etica condivisa, per cui la censura era considerata indecente, impossibile. E quando dico censura, non parlo di una normale discussione in un qualsiasi gruppo: parlo di quanto accaduto in questi ultimi anni alla satira, ma anche al giornalismo. Non mettevo piede in Rai dal 2003, da quando fu censurato il mio programma Raiot.
Com’è stato tornarci?
Ero terrorizzata, perché le poche volte in cui ero andata ospite in qualche trasmissione avevo trovato un’azienda distrutta, anche fisicamente, con i cavi elettrici penzolanti, le crepe alle pareti, reparti costumi deserti… Ma ero anche emozionata, perché ho risentito l’odore dei corridoi e degli armadi in alluminio con su scritto “occhiali da sole”, “stivaletti da ballo”, ho rivisto gli asciugamani che tiri e non scendono mai. E soprattutto ho ritrovato l’entusiasmo dei dipendenti, che portano avanti l’azienda pur tra mille difficoltà e una burocrazia feroce: ai nostri tempi bastava ci venisse un’idea, chiamavi gli scenografi e il giorno dopo era fatta. Adesso è molto difficile anche spostare un tavolino.
Possiamo nutrire la speranza di tornare a essere un Paese normale?
Non so quali siano i Paesi normali in questo momento, il mondo intero sta correndo verso l’apocalisse. E comunque no, non siamo un Paese normale neanche rispetto all’Europa, non mi pare che le questioni etiche o di merito siano superate. Sicuramente una televisione libera e una cultura che respiri possono aiutare tutto il resto. Se scompare la cultura scompare anche la democrazia.
Su Rai3 ha portato l’imitazione della sindaca Virginia Raggi, che ha avuto un grande successo. Pensa sia difficile fare satira su questa nuova Repubblica?
La risposta è già nella domanda: no, nessuna fatica neanche con questo governo. Non è l’eccesso di stimoli a ostacolare gli artisti, è solo la censura. Anche perché la satira è una forma di ragionamento, umoristico ma sempre un ragionamento.
Tornerà Luttazzi, dunque. Tornerà anche lei?
Adesso sto scrivendo un film. ma questo non è incompatibile con un eventuale rientro in televisione.