venerdì 4 gennaio 2019

Il Fatto 4.1.18
Stranieri e reddito: Di Maio deve decidersi
il reddito di cittadinanza lo devono prendere anche gli stranieri?
Secondo varie sentenze si
di Stefano Feltri


Luigi Di Maio è uno di solide certezze tranne che su un punto: il reddito di cittadinanza lo devono prendere anche gli stranieri? Secondo varie sentenze della Corte costituzionale sì e anche secondo le bozze del decreto legge che il Fatto ha raccontato ieri: il sussidio spetta a 197.000 famiglie di stranieri in Italia, il requisito è un “permesso di soggiorno di lungo periodo” (costo: 1,2 miliardi). Di Maio ieri ha detto prima che il reddito di cittadinanza andrà soltanto “a coloro che sono cittadini italiani”. Poi un ulteriore cambio di linea: “L’obiettivo è darlo agli italiani e ai lungo soggiornanti che abbiano dato un grande contributo al nostro Paese. Non stiamo dunque parlando dei cinque anni che ci sono nella bozza del Decreto, che va cambiato. L’obiettivo è darlo agli italiani”. Nessuno sa cosa voglia dire. Forse che uno straniero ha diritto al reddito di cittadinanza solo se è un calciatore famoso o se salva una bambina dall’annegamento in mare?
La povertà assoluta che i Cinque Stelle vogliono combattere riguarda in modo drammatico gli immigrati. Secondo gli ultimi dati Istat, nel 2017 l’incidenza della povertà assoluta era al 5,1 per cento tra le famiglie di soli italiani mentre è al 29,2 per cento tra le famiglie con componenti stranieri, nel Mezzogiorno si tocca il 40 per cento. Non ci può essere vera integrazione con queste disuguaglianze.
È una scelta legittima quella di Di Maio di limitare il sussidio ai soli italiani: tra un paio d’anni la Corte costituzionale boccerà sicuramente il provvedimento e magari chi governerà allora dovrà farsi carico dei danni, ma le scelte politiche si fanno con un orizzonte di mesi, non di anni. Però il leader dei Cinque Stelle deve decidersi: se vuole davvero abolire la povertà, il reddito di cittdinanza deve andare soprattutto agli stranieri residenti. Anche se questo significa perdere qualche voto a favore di Salvini. Altrimenti la più importante delle misure promosse dai Cinque Stelle rischia di trasformarsi solo in un costosissimo spot elettorale.