venerdì 25 gennaio 2019

Il Fatto 25.1.19
Boom di tessere per +Europa: gli ex dc spingono Della Vedova
La lista di Bonino e Tabacci diventa un partito con Marco Cappato: in arrivo le truppe cammellate di Ferrandelli da Palermo
di Marco Palombi


Più Europa, checché se ne pensi, è per così dire un ristorante in un punto di passaggio: alle Europee, complice lo sfaldamento del Pd e la polarizzazione indotta dal governo gialloverde, rischia seriamente di aumentare i suoi (pochi) voti e superare la soglia di sbarramento del 4%. Per questo è interessante il congresso fondativo che si apre oggi a Milano e, per questo, per la prima volta nelle assise di una formazione della “galassia radicale” si vede agire l’abbozzo di un apparato partitico basato sul controllo degli iscritti con le relative accuse ai “signori delle tessere” che poi sarebbero Bruno Tabacci e il neo-arrivato Fabrizio Ferrandelli da Palermo.
Andiamo con ordine. Da oggi inizia la tre giorni da cui uscirà il nuovo partito con l’elezione degli organi interni e del primo segretario. Le liste presentate per l’Assemblea sono 10, i candidati alla massima carica 3 dopo l’esclusione della “sovranista” Paolo Renata Radaelli, aspirante “piùeuropeista” che sembra però provenire da un’area culturale più vicina ad Almirante (e oggi a Salvini) che a Spinelli: come che sia, Radaelli è stata esclusa dopo l’annullamento della sua iscrizione, avvenuta in blocco con altre e attraverso un solo pagamento.
La lista che la sosteneva, però è ancora in corsa, intitolata allo slogan renziano “Europa sì, ma non così” e qualcosa peserà nel congresso: se non un tentato dirottamento almeno una presa in giro, come quella più scoperta della lista congressuale “+Europa shitposting”, che “sostiene l’idea di un mondo nel quale le coppie transessuali con bambini acquistati su Amazon possano difendere liberamente i propri campi di papaveri da oppio con dei fucili d’assalto M4”.
A segretario si candidano Benedetto Della Vedova, finora coordinatore, l’ex europarlamentare Marco Cappato e il deputato Alessandro Fusacchia. I favoriti sono i primi due, ma in realtà è difficile capire cosa succederà all’hotel Marriott: era previsto che si arrivasse al congresso con meno di duemila iscritti, invece in pochi giorni hanno superato quota 5.000, complice l’adesione alla causa europeista del movimento siciliano I Coraggiosi, cioè del già citato Ferrandelli, classe 1980, ex consigliere comunale a Palermo con Italia dei Valori, poi candidato della sinistra arcobaleno, del Pd, di Forza Italia… Ferrandelli, annunciato a Milano con 200 seguaci, guida la lista congressuale “Stiamo uniti in Europa” in cui non mancano i molti ex democristiani di Centro democratico, uno dei soggetti fondatori di +Europa, da Bruno Tabacci in giù.
Questo bizzarro agglomerato sostiene la candidatura di Della Vedova insieme alle liste “Italia europea” e “Partito dell’orgoglio europeista”, rassemblement di tecnici a vario grado di conservatorismo (Giuliano Cazzola, Ernesto Auci, eccetera). Questa composita area congressuale sogna, in sostanza, un partito capace di egemonizzare il centrosinistra costruendosi come forza di governo.
Certe pratiche della fu “partitocrazia” non potevano passare sotto silenzio in zona radicale. La lista “Europa futura” (Riccardo Magi, Luigi Manconi e altri) mercoledì ha scritto parole assai dure sull’andazzo congressuale citando due recenti “fatti politici rilevanti”: l’accordo tra Ferrandelli, Tabacci e Della Vedova e “un improvviso e inaspettato incremento delle iscrizioni, più che raddoppiate in due settimane, e riconducibili a territori dove i risultati elettorali di +Europa sono stati fra i peggiori”.
Semplicemente, è la tesi, così non si può tenere un congresso democratico, sede di una discussione che dia un indirizzo politico collettivo al nuovo soggetto: “Ci sono molte istanze che possono unire oggi chi non ritiene che +Europa debba essere schiacciata dai campioni delle tessere”. Per fare questo però – è la proposta condivisa con la lista “Lsd” che sostiene Cappato – bisogna fare della tre giorni che parte oggi solo un “primo atto” congressuale: lasciare la possibilità a tutti gli iscritti presenti di parlare (se ne aspettano quasi 1.500), ma rinviare l’elezione di segretario, assemblea e Direzione a “una sessione successiva”.
Difficile che si arrivi a uno stop (la proposta è già stata respinta in Consiglio), il treno è già partito e a fine maggio ci sono le Europee, alle quali il partito di Emma Bonino (e di Bruno Tabacci) dovrà decidere come presentarsi: una nebulosa in cui si agita il listone proposto da Carlo Calenda, il rapporto abbozzato in questi mesi coi Verdi, quello competitivo col Pd post-renziano. Tutti temi su cui, alla fine, potrebbero decidere le nuove tessere o, meglio, i relativi signori.