Il Fatto 24.1.19
Landini segretario della Cgil: sarà una “variabile” politica
di Salvatore Cannavò
Il
segretario della Cgil sarà Maurizio Landini. E la novità costituisce
una variabile che potrebbe animare il dibattito politico. La notizia,
che circola ormai da mesi, ha trovato ieri la sua sanzione in un accordo
al vertice del sindacato di Corso d’Italia.
Allo sfidante,
Vincenzo Colla, viene infatti offerta la carica di vice-segretario in
tandem con Gianna Fracassi, aretina, abilitata come avvocato, ma
sindacalista da sempre e già interna alla segreteria confederale con
Susanna Camusso. Era da molto tempo che nella Cgil non veniva ricoperta
la carica di vicesegretario, in questo caso due, da quando questa
modalità di organizzazione regolava i rapporti tra la componente
comunista e quella socialista. Fu poi riesumata per la vicesegreteria di
Guglielmo Epifani nella gestione Cofferati. Torna oggi per dare unità a
una vicenda che sembrava scappare di mano.
La notizia
dell’accordo circola al mattino, ma potrà essere ufficializzata solo
verso le 12, per via di dissensi di dettaglio. Oltre alla
vicesegreteria, infatti, l’accordo prevede che le componenti a sostegno
di Colla avranno tre posti nella futura segreteria (oggi sono due) con
il previsto ingresso del segretario dei Chimici, Emilio Miceli. Ma ieri
sera su questo punto non c’era ancora pieno accordo. Altro tassello, la
composizione del direttivo nazionale (179 componenti), il parlamentino
sindacale e dell’Assemblea nazionale (302 componenti) a cui spetta, per
statuto, l’elezione del segretario generale. Per i due organismi, che
saranno votati oggi (la votazione di ieri sera è slittata per i problemi
di composizione delle liste) si stabilisce una quota del 60-40 a favore
dell’area di Landini.
Tutti vincitori, dunque. Colla ottiene una
visibilità che prima non aveva: “Non potevamo spaccare la Cgil in un
momento così delicato per il Paese”, dichiara alla stampa subito dopo il
raggiungimento dell’accordo. Vince ovviamente Landini che sarà eletto
con circa il 90% dei voti e che ottiene un risultato a cui nessuno
pensava fino ad alcuni mesi fa. Si troverà in una segreteria in totale
continuità con quella precedente, ma del resto la sua elezione sarà il
frutto di un accordo politico con Camusso sull’autonomia del sindacato
dalla politica e sulla centralità dei temi del lavoro. Ruolo
riconosciuto dall’attuale segretaria della Fiom, Francesca Re David, che
ha dato a Camusso “prova di grande coraggio, anche nel voler cambiare”.
Susanna Camusso tra l’altro, potrebbe rimanere in segreteria – scelta
inedita e inusuale– con l’incarico delle relazioni internazionali.
Ma
Landini non è Camusso e il suo ruolo mediatico e di influenza
dell’opinione pubblica si farà sentire. I messaggi di attenzione che sta
ricevendo in queste ore non provengono solo dai lavoratori e dagli
iscritti, ma anche dal mondo confindustriale e dal mondo politico,
compreso il M5S. Sono messaggi riservati. Il governo ha preferito non
presentarsi al congresso, ma ci sono.
Come segretario farà il suo
debutto il 9 febbraio nella manifestazione unitaria organizzata con Cisl
e Uil contro la manovra di Bilancio. Quindi contro il governo. Un ruolo
che ha già ricoperto, ma che non sarà scontato. Quando fu eletto alla
segreteria della Fiom stilò delle proposte concrete e chiese incontri a
tutti i partiti e alle forze sociali. È prevedibile che faccia lo stesso
anche adesso, magari chiedendo un faccia a faccia anche a M5S e Lega –
che due estati fa lo voleva alla sua scuola-quadri – oltre che ai
partiti della sinistra. Il personaggio ha una idea della Cgil che lavora
a tutto campo per ottenere i risultati e che stabilisce un rapporto
stretto e diretto con la base e con i lavoratori. La variabile Landini,
quindi, potrebbe produrre queste novità: una figura pubblica e un tema,
il lavoro, che irrompono nel dibattito costringendo gli altri, a partire
dalla politica, a pronunciarsi. Chi lo conosce ricorda che Landini è
“post-ideologico” e che al fondo delle sue scelte prevale il merito. E
chi lo osserva con un occhio ai consensi elettorali sa che tra gli
iscritti alla Cgil c’è una cospicua fetta di elettori del M5S e della
Lega. Mondi che si sovrappongono in modo diverso da prima.