Il Fatto 22.1.19
Casa Bianca, Kamala Harris sulle orme di Obama
di Giampiero Gramaglia
Sono
già mezza dozzina e manca ancora un anno all’inizio della stagione
delle primarie per la scelta del candidato democratico alla Casa Bianca:
nel lunedì dedicato a Martin Luther King, gli aspiranti alla nomination
si sono messi in mostra, mentre Donald Trump non sa nascondere
l’idiosincrasia per la ricorrenza. La senatrice della California Kamala
Harris ha dichiarato le proprie ambizioni, altri come il senatore del
Vermont Bernie Sanders e l’ex sindaco di New York Michael Bloomberg si
sono messi in mostra.
Figlia di immigrati (madre indiana e padre
giamaicano), Harris, 54 anni, è una senatrice al suo primo mandato,
proprio come lo era Barack Obama quando si candidò e vinse. Cresciuta a
Oakland, una carriera da magistrato fino a diventare procuratore
generale del suo Stato, la Harris s’è detta, ed è apparsa, “molto
emozionata”, nel mettere le carte in tavola a Good Morning America,
programma del mattino della Abc. Se dovesse arrivare alla Casa Bianca
sarebbe la prima donna e la seconda persona di colore. Ai nastri di
partenza, con Harris ci sono già le senatrici del Massachusetts
Elisabeth Warren, un’icona dell’America liberal, e dello Stato di New
York Kirsten Gillibrand; e, poi, la deputata delle Hawaii Tulsi Gabbard,
reduce della guerra in Iraq. Ma i potenziali candidati democratici,
sono un gruppo molto numeroso e ancora magmatico, dove ci sono dinosauri
della politica come Joe Biden, Clinton o Sanders, e volti nuovi come,
oltre alla Harris, Cory Booker e Beto O’Rourke.
Se non altro per
ragioni di età, Harris è nel partito un ponte fra i settantenni e i
quarantenni. Il suo slogan non è contundente: “Kamala Harris, per la
gente”. In un video, la neo-candidata mette nel mirino Trump senza
citarlo (“chi mette i propri interessi davanti agli interessi della
gente”).