Il Fatto 21.1.19
Verso la Giornata della Memoria c’è chi sdogana temi nazifascisti
di Leonardo Coen
Il
genovese Ettore Siegrist, dirigente Ansaldo molto attivo nella
Resistenza, fu arrestato nel gennaio del ‘44 e trasferito pochi giorni
dopo al lager di Dachau. Vi arrivò il 19 gennaio del 1944 e vi rimase
sino alla liberazione del campo, il 29 aprile del 1945. Appena tornato,
capì che aveva il dovere di raccontare la terribile esperienza. Temeva
che il tempo e l’indifferenza avrebbero dissipato ogni ricordo. Così
scelse un titolo emblematico: Dachau: dimenticare sarebbe una colpa. Il
monito era diretto innanzitutto ai grandi editori che gli avevano
rifiutato il testo, “senza averlo mai letto”. Fu l’Ansaldo stessa, con
lungimiranza, a provvedere, incaricando gli stabilimenti grafici
Federico Reale di Sampierdarena di stampare.
È una vicenda
emblematica, caro Enrico: domenica ricorre il Giorno della Memoria, ogni
anno che passa, purtroppo, la memoria dell’Olocausto e delle nefandezze
nazifasciste tende a sfumare. Un rischio evidente fin da subito: tanto
che Feltrinelli stampò, nel 1956, il polemico Perché gli altri
dimenticano di Bruno Piazza. L’anno prima, Primo Levi aveva scritto: “È
triste e significativo dover constatare che l’argomento dei campi di
sterminio, lungi dall’essere diventato storia, si avvia alla più
completa dimenticanza (…): dei lager oggi è indelicato parlarne”.
Nel
1983, intervistato per una ricerca sugli ex deportati piemontesi, Levi
disse che la rimozione non era tollerabile: “Se mancherà la nostra
testimonianza, in un futuro non lontano le gesta della bestialità
nazista, per la loro stessa enormità, potranno essere relegate tra le
leggende. Parlare, quindi, bisogna”. La memoria deve sempre essere
sollecitata, lottando contro l’oblìo. E contro certi “sdoganamenti”
politici. Altrimenti capita di scoprire ambigui e subdoli “ritorni”
burocratici. Come la parola “razza”, inserita nel software dei
macchinari per la modulistica sanitaria di alcuni ospedali lombardi, tra
le generalità che identificano il paziente. Cronaca di giovedì scorso…