Il Fatto 14.1.19
La Chiesa “salviniana” non si ferma e torna a minacciare lo scisma
Cattolici sempre più spaccati: da un lato la misericordia di Bergoglio, dall’altro i fedeli di rito sovranista
di Fabrizio d’Esposito
Continua
ad allargarsi sempre di più la frattura tra la Chiesa di papa
Francesco, quella ispirata dall’amore evangelico e dalla misericordia, e
la destra clericale e sovranista che tenta di mettere insieme Salvini e
la fede in Cristo. Al punto che si torna a minacciare lo scisma.
Ormai
la canea del network antibergogliano (quotidiani e siti
tradizionalisti) procede di pari passo con la campagna elettorale per le
Europee della Lega salviniana. Due i pilastri del sovranismo cattolico.
Il primo è l’odio per “questa Chiesa a trazione
demagogico-ambiental-migrazionista”: la definizione è da Stilum Curiae,
il blog di Marco Tosatti, megafono delle accuse a scoppio ritardato
contro Francesco di monsignor Carlo Maria Viganò sulla pedofilia. Il
secondo pilastro è invece l’odio per gli omosessuali, amplificato
dall’immagine di Bergoglio descritto come un Anticristo gay-friendly.
Secondo
i clericali farisei, sarebbe stata proprio la linea morbida del
Vaticano a favorire l’innalzamento della “sodomia a bene giuridico”. Di
qui lo spauracchio dello scisma, che fa capolino più volte nel lungo
appello di Roberto de Mattei, ex finiano oggi a capo di Corrispondenza
Romana e Fondazione Lepanto: “Uno dopo l’altro, i principali Stati
europei, compresi quelli di più antica tradizione cattolica, hanno
elevato la sodomia a bene giuridico, riconoscendo, sotto diverse forme,
il cosiddetto matrimonio omosessuale e introducendo il reato di
omofobia”.
Il tutto favorito dal silenzio della Chiesa, ma questa
“strada porterà danno al Papato e affretterà lo scisma nella Chiesa”. Il
dogma della famiglia naturale, in chiave populista e salviniana, è
stato declinato ieri pure dalla Verità di Belpietro, in difesa del
Congresso mondiale delle famiglie che si terrà a Verona alla fine di
marzo.
Gli ospiti d’onore sono tutti integralisti: il ministro
omofobo Lorenzo Fontana (lo stesso che per conto di Salvini ha
incontrato gruppi europei dichiaratamente nazisti), il governatore del
Veneto Luca Zaia, la fasciosovranista Giorgia Meloni, il leader del
Family Day Massimo Gandolfini. Contro di loro è già scesa in campo
quella che La Nuova Bussola Quotidiana chiama Gay-stapo.