giovedì 10 gennaio 2019

Il Fatto 10.1.19
La morte di Aiuti, pioniere anti-Aids “Probabile suicidio”
L’immunologo aveva 83 anni, era ricoverato al Gemelli: precipitato nella tromba delle scale dal quarto piano. Oggi l’autopsia
di Vincenzo Bisbiglia


È stato uno degli immunologi più importanti della sua generazione, protagonista instancabile della lotta all’Aids e ai pregiudizi sociali verso i malati. È probabile che abbia deciso di porre fine in anticipo alla sua ultima battaglia contro una malattia cardiaca.
Fernando Aiuti è morto ieri mattina a 83 anni nel Policlinico Gemelli di Roma, dopo un volo di 10 metri dalla tromba delle scale del reparto di Medicina Generale dove era ricoverato da dicembre per una grave cardiopatia ischemica da cui era da tempo affetto: “Recentemente – spiegano fonti sanitarie – il quadro cardiologico si era aggravato evolvendo verso un franco scompenso cardiaco, in trattamento polifarmacologico”. Un quadro clinico che, specie in una persona anziana e ben cosciente delle sue condizioni di salute può arrivare anche a generare uno stato di forte depressione.
Nel comunicato rilasciato dal Gemelli in accordo con i familiari, non si fa alcun riferimento al suicidio e, anzi, si parla di “un trauma da caduta dalla rampa delle scale”. In realtà, diversi elementi fanno propendere gli investigatori per l’ipotesi della morte volontaria: le pantofole lasciate sul pianerottolo al quarto piano (aveva già fatto due rampe di scale, visto che il reparto in cui era ricoverato si trova al secondo piano), la ringhiera alta circa un metro a cui avrebbe potuto aggrapparsi in caso di mancamento o perdita dell’equilibrio, l’assenza di tracce ematiche sugli stessi sostegni. Nessun testimone lo avrebbe visto cadere. Sarà l’autopsia disposta dalla Procura di Roma a dare oggi una risposta. Il procuratore aggiunto Nunzia D’Elia e il pm Laura Condemi per ora non ipotizzano reati. Se l’autopsia dovesse rinforzare la pista del suicidio, i magistrati vorranno verificare eventuali responsabilità della struttura.
Il paziente era libero di muoversi anche fuori dal reparto, ma va capito se aveva mostrato sintomi di depressione e se questi gli erano stati in qualche modo diagnosticati. I vertici dell’ospedale evitano commenti. Il direttore del reparto Giovanni Gambassi non ha voluto rilasciare dichiarazioni, l’orario di vista dei familiari degli altri pazienti ricoverati, dalle 18.30 alle 20, è stato contingentato (con tanto di richiesta di documenti), cronisti sorvegliati a vista dalla vigilanza e invitati a sloggiare.
Professore e fondatore dell’Anlaids, Associazione Nazionale per la lotta contro l’Aids, Fernando Aiuti era una figura di spicco nel settore.
Nel 1991 il gesto che lo rese celebre: nel pieno dell’allarme per il diffondersi della “nuova peste”, durante un congresso il medico baciò in bocca Rosaria Iardino, sieropositiva allora 23enne, per dimostrare che l’Hiv non poteva essere trasmesso attraverso un contatto affettuoso fra due persone. La foto fece il giro del mondo e contribuì a sensibilizzare l’opinione pubblica contro la ghettizzazione degli affetti dal virus.
Cordoglio dal mondo politico-istituzionale e da quello scientifico. “La scienza piange un grande uomo, sono certa che il suo impegno vivrà attraverso l’Anlaids”, ha commentato il ministro della Salute, Giulia Grillo. “Perdiamo un pioniere nella lotta all’Aids”, ha detto il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.