Corriere della Sera 28.1.19
Accuse al compagno della madre
Orrore in casa
Ucciso a 7 anni a mani nude
di Fulvio Bufi
Un
bambino di sette anni ucciso a mani nude e a colpi di scopa, la
sorellina di otto picchiata e grave in ospedale. Sotto interrogatorio
nella notte, da parte del pm e della polizia, il compagno della madre
dei due bambini. La tragedia a Cardito, nel Napoletano, vicino ad
Acerra, luogo di nascita del 24enne di origine tunisina. A dare
l’allarme, ieri pomeriggio, i vicini di casa della coppia che avevano
sentito le urla dei bambini. Nell’abitazione anche la figlioletta
dell’uomo, 4 anni, illesa.
NAPOLI La telefonata al 112 è
arrivata nel primo pomeriggio: «In via Marconi a Cardito c’è qualcuno
che grida, deve esserci una lite in famiglia».
Era molto peggio.
Quando una pattuglia della polizia ha raggiunto l’indirizzo indicato e
gli agenti sono entrati nell’appartamento da dove provenivano le urla,
hanno trovato un bambino di sette anni riverso su un divano. Morto. Poco
distante la sorellina, un anno più grande, con il volto massacrato.
C’era anche un’altra bambina, di quattro anni, ma nessuno le aveva fatto
niente.
Cardito è uno dei tanti paesi dell’entroterra napoletano,
e in via Marconi, in quell’appartamento all’interno di un vecchio
palazzo con un grande portone nero e un piccolo cortile dal quale si
accede alle scale, convivevano Badre Tony Essobti, 24 anni, di origini
tunisine ma nato in Italia, ad Acerra, e Valentina Caso, trent’anni,
trasferitasi lì dalla penisola sorrentina. Con la coppia tre bambini: la
più piccola figlia di entrambi, gli altri due soltanto della donna, che
li aveva avuti da una precedente unione.
Essobti è uno che è
sempre vissuto ai margini della legalità. Non soltanto per l’attività di
venditore ambulante senza licenza, ma soprattutto per gli arresti e le
denunce accumulati in passato per scippi e furti. Adesso, però, si
ritrova addosso un’accusa di omicidio, perché tutti i sospetti per la
morte di quel bimbo, che si chiamava Giuseppe, e per il pestaggio della
sorella ricadono su di lui.
Anche se quello che è successo
nell’appartamento non è ancora chiaro fino in fondo, anche se solo
l’autopsia dirà come è morto il bambino, il quadro secondo la polizia e i
magistrati della Procura di Napoli Nord, guidata da Francesco Greco, è
già abbastanza chiaro: i due fratellini sono stati picchiati con una
violenza inaudita.
La famiglia
Il 24enne sotto accusa è il padre della terza figlia della donna, unica bimba rimasta illesa
Il
più piccolo ha subito colpi fatali, l’altra è stata più fortunata: non
ha lesioni interne, anche se i segni dei colpi ricevuti sono evidenti su
tutto il corpo, non soltanto sul viso. Per fortuna è vigile e
cosciente, e anzi è stata proprio lei a dare un contributo all’indirizzo
che hanno preso le indagini quando, mentre veniva portata via
dall’appartamento per essere accompagnata in ospedale, ha detto che il
compagno della madre aveva picchiato con una scopa sia lei che suo
fratello.
Perché lo abbia fatto è quello che gli inquirenti hanno
cercato di farsi spiegare durante un lungo interrogatorio iniziato alle
otto di sera e andato avanti fino a notte inoltrata. Essobti lo ha
sostenuto in qualità di indagato, assistito quindi da un avvocato
difensore e con la prospettiva di essere trasferito subito dopo in
carcere, perché sottoposto a un provvedimento di fermo da parte del
pubblico ministero.
La prima versione che l’uomo ha fornito alla
polizia non ha fatto che aggravare la sua posizione, perché ha cercato
di convincere gli agenti che i bambini fossero caduti dalle scale. Ma si
tratta di una bugia fin troppo evidente, visto il tipo di ferite. C’è
invece un’ipotesi agghiacciante: che si sia accanito sui figli della
compagna perché riteneva che lei avesse verso di loro troppe attenzioni e
li preferisse all’altra bambina.