sabato 5 gennaio 2019

Corriere 5.1.19
Un libro di Roberto Pertici
Con la nuova politica post-nazionale a nessuno importa più del passato
di Antonio Carioti


Importa qualcosa della storia d’Italia alla classe dirigente attuale? Pare di no, a giudicare dai frequenti svarioni dei politici e dal ridimensionamento che questa materia ha subito nelle prove di maturità. Del resto gli ultimi temi di storia assegnati in sede di esame erano alquanto scombinati. Le radici del fenomeno sono individuate da Roberto Pertici in uno dei saggi contenuti nel suo libro La cultura storica dell’Italia unita (Viella, pagine 351, € 34). I partiti della prima Repubblica coltivavano ciascuno la sua «idea dell’Italia» basata su un’interpretazione del passato, e in particolare del Risorgimento, ma la tensione culturale venne gradualmente meno con la trasformazione di quelle forze in «macchine di potere e di creazione clientelare del consenso». La svolta dei primi anni Novanta, lungi dal migliorarla, ha fatto precipitare la situazione, poiché ne sono scaturite formazioni «post-nazionali», nota Pertici, il cui interesse per la storia è sceso sottozero, se non in funzione strumentale e occasionale. Ieri negavano l’esistenza stessa di un’identità nazionale italiana in nome del secessionismo padano, oggi sventolano il tricolore. Con la stessa disinvolta superficialità.