Corriere 31.1.19
Farah, dall’Uganda a manager del no profit
«Ho
conosciuto Farah a un colloquio di lavoro. Era una delle cinque o sei
donne con cui stavamo parlando per scegliere il nuovo Ceo
(amministratore delegato, ndr) del Malala Fund. Dopo che fu assunta le
dissi scherzan- do che mi piaceva perché era quasi bassa come me. Ma
naturalmente il motivo per cui l’apprezzo è la sua intelligenza e la sua
esperienza nel settore del no profit». La premio Nobel Malala non sa,
quando conosce Farah Mohamed, che la donna è una rifugiata canadese nata
in Uganda che ha lasciato il suo Paese nel 1972, a causa delle
persecuzioni contro la minoranza indiana di cui fa parte per le sue
origini familiari. Ma sa che ha un curriculum «pesante», che ha lavorato
in Canada sia come manager sia come direttrice delle comunicazioni di
politici e ministri. Oggi le due donne lavorano fianco a fianco per «un
mondo in cui ogni bambina ha accesso a dodici anni di istruzione
gratuita, sicura e di qualità». Di lei Malala scrive: «Scoprire il
passato di Farah mi ha spinto a chiedermi come mai molti rifugiati
esitino a raccontare la propria vita. Mi ha spinto a riflettere. Si può
avere davanti agli occhi una persona e non riuscire a conoscerla?». Oggi
Farah Mohamed vive a Londra. La sua più grande avventura? «Scalare il
Kilimangiaro».