giovedì 31 gennaio 2019

Corriere 31.1.19
La tenacia di Muzoon, «guerriera» di pace


Muzoon Almellehan, 28 anni, siriana, è originaria di Daraa, la città dove sono scoppiate le rivolte del 2011 seguite poi dalla repressione, i massacri e la guerra civile. Malala la incontra nel campo di Zaatari, in Giordania, una enorme baraccopoli dove — secondo l’ultimo censimento dell’Alto commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite — oggi si trovano ancora quasi 79 mila rifugiati. «Incontrai Muzoon nella sua tenda, che condivideva con i genitori, due fratelli e una sorella minori e altri due familiari», racconta Malala. Allora molti chiamavano già la giovane «la Malala siriana». Le due ragazze hanno molto in comune, in testa la voglia di continuare gli studi, un impegno appreso dai padri, entrambi vicini al mondo scolastico. Ma per l’attivista pachistana si tratta di una definizione sbagliata: «Io so che lei è la Muzoon siriana». Mentre si trova ancora in Giordania riesce a combattere per una vita quotidiana migliore. Per sé. E non solo: trova la forza per convincere alcune sue coetanee a rifiutare i matrimoni forzati, molto comuni tra le famiglie di rifugiati siriani più poveri che scelgono di vendere le figlie pur di dare loro un tetto e del cibo. Oggi Muzoon vive nel Regno Unito, dove è stata ricollocata con la sua famiglia e dove è diventata la più giovane Goodwill Ambassador dell’Unicef. Ma non è l’unico record che ha segnato: è la prima rifugiata a ricoprire questa carica.