Corriere 31.1.19
La prospettiva di un’Italia sempre più euroscettica
di Massimo Franco
Per
la prima volta nella sua storia, l’Italia probabilmente avrà una
rappresentanza al Parlamento di Strasburgo meno europeista di sempre. La
somma di Movimento Cinque Stelle e Lega conferirà al nostro Paese una
chiara piega eurocritica, se non euroscettica: riflesso fedele
dell’evoluzione o involuzione che i rapporti con la Ue hanno subito
negli ultimi anni; e dell’ascesa e del consolidamento dei consensi della
maggioranza gialloverde. Le proiezioni rese note ieri dall’Istituto
Carlo Cattaneo di Bologna sono inequivocabili. E fanno capire quanto sia
cambiato lo sfondo politico in soli cinque anni.
Il crollo della
sinistra e lo svuotamento progressivo di Forza Italia mostrano un
elettorato radicalizzato e scettico. Così, il Pd potrebbe passare da 32 a
15 seggi, FI da 13 a 8, mentre il M5S viene dato in crescita da 17 a
22, e la Lega, la più antieuropea, da 5 a 28. Sono proiezioni,
certamente, ma anche indicatori di una tendenza. E preparano una ipoteca
delle forze cosiddette populiste e sovraniste sulle maggioranze
tradizionali imperniate su popolari e socialdemocratici. Difficile
prevedere quali riflessi un simile risultato avrebbe sulla politica
estera italiana.
Ma quanto sta avvenendo sul ritiro del
contingente dall’Afghanistan offre qualche indizio; come anche le
posizioni filorusse di un filone prevalente nel partito di Matteo
Salvini e tra i Cinque Stelle, e un antiamericanismo quasi ostentato da
esponenti grillini come Alessandro Di Battista. Se questo si salda con
una strategia contro l’immigrazione clandestina dai contorni aggressivi
verso le istituzioni di Bruxelles, il risultato promette di essere una
sfida continua.
Un attrito tra l’Italia e gli alleati potrebbe
portare a una legittimazione del governo, o al suo isolamento. Una delle
variabili più pesanti sarà l’andamento dell’economia. Il premier
Giuseppe Conte scommette su una ripresa nel secondo semestre del 2019. E
confida che dalla Commissione Ue non arrivino bordate contro reddito di
cittadinanza e quota 100 sulle pensioni. Il vicepremier Matteo Salvini,
capo della Lega, sembra soddisfatto.
Citando Conte, elenca:
«Spread è ai minimi da sei mesi. Grande richiesta di Bot con rendimenti
in diminuzione e fiducia dei consumatori italiani in crescita: tutti
ottimi segnali, lavoriamo per migliorare ancora». Forse è una visione
troppo ottimistica. Ma inevitabile, da parte di chi scommette su una
politica espansiva contro ogni previsione. Bisogna solo capire se i
prossimi dati sulla produzione e sulla crescita confermeranno o
smentiranno la narrativa governativa. E se anche la Commissione europea
vorrà dire la sua, prima delle Europee di maggio.