Corriere 30.1.19
Diplomazie
Dall’Iran all’Isis, la Cia smentisce Donald Trump
di Giuseppe Sarcina
WASHINGTON
La Corea del Nord? «È improbabile che rinunci alle armi nucleari».
L’Iran? «Non sta cercando di sviluppare la bomba atomica». L’Isis «non è
sconfitto, controlla ancora migliaia di combattenti in Iraq e in
Siria». I vertici dei servizi segreti contraddicono le convinzioni di
Donald Trump sulle principali crisi internazionali.
Ieri, davanti
alla Commissione Intelligence del Senato, Dan Coats, direttore della
National intelligence, responsabile del coordinamento delle 17
organizzazioni dei servizi segreti, è stato netto, illustrando il
rapporto sulle «minacce mondiali»: «In questo momento pensiamo che la
Corea del Nord cercherà di mantenere il suo stock di armi di distruzione
di massa ed è improbabile che rinuncerà completamente alle armi
nucleari e alla sua capacità di produrle». Sul punto Gina Haspel,
direttrice della Cia (nella foto), nominata dallo stesso Trump, ha
aggiunto: «I nordcoreani sono impegnati a sviluppare un missile con
testata nucleare a lungo raggio che sarebbe una minaccia diretta agli
Usa».
Ogni mattina il presidente riceve il «briefing» dalla Cia e
dalle altre agenzie. Ma, evidentemente, non lo tiene in considerazione.
Trump si prepara a incontrare per la seconda volta Kim Jong-un,
sostenendo che il regime di Pyongyang abbia fatto importanti progressi
sulla denuclearizzazione della penisola coreana. Anche sull’Iran,
prospettive capovolte: i servizi segreti, ha detto Coats, «non ritengono
che Teheran stia intraprendendo le attività che noi consideriamo chiave
per costruire un ordigno nucleare». L’amministrazione di Washington,
invece, accusa il governo degli ayatollah di aver iniziato la corsa
all’atomica.
Infine l’Isis. Per Trump è debellato, e i soldati Usa
dislocati in Siria possono tornare a casa. Il rapporto
dell’intelligence sostiene il contrario. Inoltre i servizi segnalano
l’intensificarsi degli attacchi informatici provenienti da Russia e
Cina.