Corriere 2.1.18
«Caramelle» di Carone e Dear Jack
«Cantiamo l’orrore della pedofilia ma Sanremo ci boccia»
«Questo
è il nostro piccolo miracolo di Natale». Pierdavide Carone descrive
così il successo di «Caramelle», la canzone che ha scritto con i Dear
Jack. Parla di pedofilia dal punto di vista di due vittime di 10 e 15
anni: immediatamente candidata per Sanremo, nonostante i numerosi
apprezzamenti arrivati da più parti, non ha passato la selezione.
«Delusi
dall’eliminazione, abbiamo deciso di farla uscire subito, senza
programmare un lancio, nulla... E nonostante fosse un brano
assolutamente anti natalizio», esordisce Carone. Quindi, il miracolo:
non solo le persone l’hanno amata, ma anche molti colleghi, in modo
spontaneo («di tanti non ho nemmeno il telefono») l’hanno sostenuta
pubblicamente: i Negramaro, Giorgia, Bennato, i Nomadi, J-Ax, Ermal
Meta, Elisa, i Tiromancino. Solo per citarne alcuni. «Non lo potevamo
prevedere — riprende Pierdavide —. Il nostro intento non è certo
speculare su un trauma, ma denunciare un orrore, qualcosa che
d’improvviso può sconvolgere la vita di chiunque». Peccato non poterlo
fare dal palco del Festival: «Sono molto deluso, in primis da Claudio
Baglioni. Con il direttore artistico di Sanremo c’era un rapporto di
stima, abbiamo anche duettato insieme. È un cantautore e mi sarei
aspettato più empatia visto il tema del brano».
I commenti
Apprezzamenti sul brano sono arrivati da Negramaro, Giorgia, Bennato, J-Ax, Elisa
Carone
con Lucio Dalla aveva cantato di prostituzione all’Ariston: «È più
facile dire di sì a un argomento scottante quando c’è il patrocinio di
un gigante della musica. Se avessi portato “Caramelle” con una star
della musica, l’avrebbero presa. So che era piaciuta, dunque il problema
era in chi la presentava: è grave e anche un po’ razzista. Servono gli
abiti giusti per fare i monaci?». E parla di «censura. Forse è perché
sia io che i Dear Jack veniamo dai talent: al Festival puoi andare ma
con cose più frivole. Per un certo establishment una canzone così va
bene per un artista che le somiglia anche fisicamente, con il taglio di
capelli giusto, la barba giusta... Molto triste».
Sono molto deluso da Claudio Baglioni:
da parte sua mi sarei aspettato più empatia visto il tema del brano
Lorenzo
Cantarini dei Dear Jack è d’accordo con Pierdavide: «Mai come questa
volta c’è un senso di appartenenza attorno a un brano. Le cose non
accadono mai per caso». Non essere in gara al Festival è stato brutto
«non perché credevamo di avere già il biglietto d’ingresso in mano, ma
perché abbiamo avvertito davvero una censura, anche da parte dalla Rai.
Avremmo dovuto presentare “Caramelle” in altri programmi. Forse non era
adatta per certi orari? Per un certo tipo di pubblico? A riprova che la
pedofilia è ancora un tabù».
È brutto non andare al Festival perché abbiamo avvertito davvero una censura da parte della Rai
Il
dispiacere, spiega Cantarini, è più fitto perché legato a una canzone
«diversa dalle altre: abbiamo deciso di vestire una responsabilità,
raccontando una parte di umanità costretta a portarsi appresso dei pesi
enormi. Quando l’ho cantata dal vivo, la gente era attentissima. Era
importante rompere il tabù».