Corriere 29.1.19
Il Papa e le scuole: sesso dono divino, serve l’educazione
«Il sesso non è un mostro, serve educazione nelle scuole».
Il celibato per i preti? Non sarò io ad eliminarlo
di Gian Guido Vecchi
Così
papa Francesco durante la conferenza stampa sull’aereo che da Panama lo
ha riportato a Roma, al termine della Giornata mondiale della gioventù.
«Il sesso è un dono di Dio - ha aggiunto - , che alcuni lo sfruttino
per guadagnare soldi o per sfruttare le persone è un altro discorso».
DAL
VOLO PAPALE L’aereo del Papa sorvola l’Atlantico quando Francesco
raggiunge i giornalisti che lo hanno seguito a Panama per la Gmg.
Soddisfatto? «Sì, il termometro è la stanchezza, e io sono distrutto»,
dice. «Ho visto genitori che sollevavano i bambini come a dire: questo è
il mio orgoglio, la mia fortuna. Nell’inverno demografico che viviamo
in Europa — in Italia è sottozero — qual è l’orgoglio? Il turismo, la
villa, il cagnolino... Pensiamoci».
Santità, alla Via Crucis un
giovane ha usato parole radicali sulla «terribile crudeltà» dell’aborto.
Ci si chiede se rispetti il dolore delle donne e il suo messaggio di
misericordia...
«Il messaggio della misericordia è per tutti,
anche per la persona umana in gestazione. Dopo aver compiuto questo
fallimento c’è pure misericordia. Ma è una misericordia difficile perché
il problema non è dare il perdono, ma accompagnare una donna che ha
preso coscienza di aver abortito. Sono drammi terribili. Per capire
bene, bisogna essere nel confessionale e tu lì devi dare consolazione.
Per questo ho concesso la facoltà di assolvere l’aborto per
misericordia. Le donne devono incontrarsi con il figlio. Quando hanno
questa angoscia e piangono, io le consiglio così: “Tuo figlio è in
cielo, parla con lui, cantagli la ninna nanna che non hai potuto
cantargli”. Lì si trova una via di riconciliazione della mamma con il
figlio. Con Dio c’è già il perdono, Dio perdona sempre».
Molte
ragazze in Centroamerica restano incinte precocemente, alcuni dicono che
è colpa della Chiesa contraria all’educazione sessuale. Lei cosa ne
pensa?
«Nelle scuole bisogna insegnarla: il sesso non è un mostro,
è un dono di Dio per amare. Ma bisogna dare un’educazione sessuale
oggettiva. Se inizi dando un’educazione sessuale piena di colonizzazione
ideologica, distruggi la persona. L’ideale è iniziare a casa, con i
genitori, ma non sempre è possibile. E quindi la scuola supplisce, deve
farlo, se no il vuoto verrà riempito da un’ideologia qualsiasi».
Permetterà a uomini sposati di diventare preti?
«Nel
rito orientale possono farlo, si fa l’opzione celibataria prima del
diaconato. Nel rito latino, mi viene in mente una frase di san Paolo VI:
“Preferisco dare la vita prima di cambiare la legge del celibato”.
Penso che il celibato sia un dono per la Chiesa e io non permetterò il
celibato opzionale, non me la sento davanti a Dio. Soltanto rimarrebbe
qualche possibilità in posti lontanissimi, come le isole del Pacifico,
dove mancano i sacerdoti. C’è un libro interessante di padre Lobinger:
la sua tesi è che si potrebbe ordinare prete un anziano sposato. Il
vescovo gli darebbe il munus sanctificandi : messa, confessione, unzione
degli infermi. Non dico si debba fare, non ho riflettuto e pregato a
sufficienza. Ma i teologi devono studiare».
Che accadrà nell’incontro di fine febbraio sulla pedofilia?
«L’idea
è nata nel G9 perché vedevamo che alcuni vescovi non capivano bene o
non sapevano cosa fare. Per dare una “catechesi” alle conferenze
episcopali. Primo: si prenda coscienza. Secondo: sappiano cosa si deve
fare, la procedura. Si pregherà per chiedere perdono per tutta la
Chiesa. Il problema degli abusi continuerà perché è un problema umano,
dappertutto. Risolvendolo nella Chiesa, aiuteremo a risolverlo nella
società».
Cosa prova davanti alla chiusura del Cara di Castelnuovo di Porto?
«Ho
sentito voci ma ero immerso nel viaggio, non conosco con precisione. II
problema dei migranti è complesso e se ne deve parlare senza
pregiudizi. Richiede memoria: domandarsi se la mia patria è stata fatta
da migranti. Io dico: cuore aperto per ricevere, accogliere,
accompagnare, far crescere e integrare. Dico anche: il governante deve
usare prudenza perché la prudenza è la virtù del governante. L’ho già
detto. È una equazione difficile. È un problema di amore, di
solidarietà. Ma si deve pensare realisticamente. Un modo di risolverlo è
aiutare i Paesi da dove emigrano, investire dove c’è la fame: l’Europa è
capace di farlo».