Corriere 19.1.19
Il sondaggio sul voto: crollano i 5 Stelle La Lega sfiora il 36%, salgono gli indecisi
La Lega è ai suoi massimi, accreditata del 35,8 per cento, nel sondaggio
in vista del voto per le Europee. I 5 Stelle si attestano al 25,4%,
quasi due punti sotto le stime di voto politico. Il Pd avrebbe un
risultato che lo colloca al 17,3%, in calo rispetto alle stime di fine
dicembre, ma in ripresa rispetto a quelle di novembre. Forza Italia si
attesta al 7 per cento
di Nando Pagnoncelli
Le
elezioni europee si avvicinano e diventano sempre più il banco di prova
per molte ipotesi politiche che riguardano il nostro Paese. La prima è
la capacità delle forze populiste o sovraniste di ottenere importanti
risultati nel continente. I due vicepremier sono fortemente impegnati in
quest’opera. La seconda questione è relativa alla tenuta del governo: i
risultati delle Europee dirimeranno il tema del peso delle due forze di
maggioranza, con possibili ripercussioni sui loro rapporti. Infine, è
da considerare il fatto che i costi della manovra attuale saranno
misurabili solo dopo qualche mese dall’entrata in vigore dei
provvedimenti, quindi all’incirca a partire da giugno. E se i conti non
dovessero essere a posto, anche a seguito del quadro economico generale
che non pare incoraggiante, si profila il rischio di una manovra
correttiva, con possibili contraccolpi politici.
È quindi
importante vedere quali potrebbero essere i risultati di questa
consultazione e una premessa è d’obbligo: siamo distanti dalle elezioni e
ora in campagna elettorale ci sono soprattutto i due partiti di
governo. Le due forze di opposizione, in difficoltà per motivi diversi,
entreranno in partita più tardi. Forza Italia probabilmente nelle
prossime settimane dopo la nuova «discesa in campo» di Berlusconi, il Pd
dopo le primarie. Anche qui con scenari diversi: una scarsa
partecipazione e un segretario che non superi il 50% possono
rappresentare un rischio per il partito. Inoltre, nel prossimo mese ci
saranno le Regionali in Abruzzo e Sardegna, che avranno un peso non
irrilevante nel definire il clima con cui si andrà al voto europeo.
Uno
dei primi elementi da tenere sotto controllo è la stima della
partecipazione al voto europeo. Alle elezioni del 2014 si recò alle
urne, in Italia, circa il 59% degli aventi diritto, e poco meno del 56%
espresse un voto valido. Oggi la partecipazione, a bocce ferme, sembra
già essere simile a quella di allora, con il 43% incerto o propenso a
non votare. È un dato importante che, ragionevolmente, potrebbe alzarsi
con l’avanzare della campagna elettorale.
Gli orientamenti di voto
attuali ci restituiscono una Lega ai suoi massimi, accreditata del
35,8%, un risultato davvero rilevante e superiore alle ultime stime per
le Politiche. Il partito di Salvini in questa fase riesce a mobilitare
il proprio elettorato e a mantenerlo anche alle Europee il che fa sì
che, votando meno persone, a parità di consensi la percentuale aumenti.
La Lega conferma dunque la centralità che la caratterizza, per le
ragioni che più volte abbiamo sottolineato. Una posizione univoca, un
elettorato omogeneo, una forza mediatica inedita, la capacità di
cogliere i sentimenti forti dell’opinione pubblica. Inoltre, le vicende
delle ultime settimane (linea della fermezza sui migranti e cattura di
Cesare Battisti) sembrano concorrere a questa crescita di consenso. I 5
Stelle si attestano al 25,4%, quasi due punti sotto le stime di voto
politico. Abbiamo già sottolineato qualche settimana fa, nel tirare il
bilancio dell’anno, i punti di difficoltà del Movimento, dalle divisioni
interne, alla grande trasversalità dell’elettorato, alla complessità
dei temi che Di Maio si trova a gestire. A questo si aggiunga un
elettorato meno «galvanizzato», a differenza di quello leghista, e
quindi meno spinto alla partecipazione al voto.
Il Pd è
accreditato di un risultato che lo colloca al 17,3%, in calo rispetto
alle stime di fine dicembre, ma in ripresa rispetto a quelle di
novembre. È un dato che conferma non tanto la capacità attrattiva,
quanto anche in questo caso la tenuta del proprio elettorato. Nonostante
le difficoltà evidenti, il Pd riesce comunque a mantenere il proprio
«zoccolo», mantenendosi vicino al risultato del 4 marzo. Sempre in
quest’area +Europa fa registrare un risultato superiore al voto
politico, che però non le consentirebbe di superare la soglia di
sbarramento. FI si attesta al 7%, in calo rispetto alle intenzioni di
voto per le Politiche. Parte importante dell’elettorato di questa
formazione è transitato verso la Lega. È da vedere se la candidatura di
Berlusconi, che senza dubbio ha una valenza non irrilevante, riuscirà a
riportarne indietro almeno una parte. Fratelli d’Italia mantiene il
proprio dato, al 3,4%, percentuale che non consentirebbe l’elezione di
parlamentari europei.
Queste le stime ai blocchi di partenza. La
strada per le europee è però lunga, e molto può cambiare, anche in
relazione all’efficacia percepita dei due provvedimenti simbolo, quota
100 e reddito di cittadinanza, che saranno operativi qualche mese prima
del voto. E poi, non ci stancheremo di sottolinearlo, i sondaggi
fotografano la situazione del momento e non prevedono il futuro,
malgrado le comprensibili aspettative in tal senso da parte dei media e
della politica.