giovedì 3 gennaio 2019

Bergoglio scatena la grande (?) controffensiva democristiana
Il Fatto 3.1.19
Orlando apre lo scontro: “Stop al decreto Salvini”
A Palermo “residenza anche agli irregolari”. Sindaci in trincea da Napoli a Milano
Orlando apre lo scontro: “Stop al decreto Salvini”
di Sandra Amurri e Giuseppe Lo Bianco


Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando lo definisce “disumano e criminogeno’’ e con una nota al dirigente dell’ufficio anagrafe sospende l’applicazione del “decreto sicurezza” nella parte in cui, “ma non solo’’, impedisce l’iscrizione all’anagrafe dei migranti non più in regola con il permesso di soggiorno. Gli replica Salvini a stretto giro: “Con tutti i problemi che ci sono a Palermo, il sindaco sinistro pensa a fare ‘disobbedienza’ sugli immigrati”. E annuncia una visita in Sicilia. Ma per Orlando il decreto “puzza di razziale’’, e la sua, dice, non è “disobbedienza civile’’, ma l’applicazione dei diritti costituzionali “perché non posso essere complice di una violazione palese dei diritti umani’’.
Sono quattro gli articoli della Costituzione (e una sentenza della Consulta) citati dal primo cittadino nella nota inviata al capo area Servizi per il cittadino in cui “impartisce la decisione di sospendere qualunque procedura che possa intaccare i diritti fondamentali della persona con particolare riferimento, ma non esclusivo, all’iscrizione anagrafica’’, e tra questi l’art. 32 che garantisce il diritto all’assistenza sanitaria, messo a rischio dalla negazione della residenza anagrafica. La nota invita anche “ad approfondire tutti i profili giuridici anagrafici derivanti dall’applicazione del decreto sicurezza’’, che il Comune di Palermo ha in realtà già approfondito, come fa notare Igor Gelarda, responsabile cittadino della Lega, che ha scoperto come il 2 novembre scorso lo stesso capo area investito da Orlando, Maurizio Pedicone, insieme all’assessore Gaspare Nicotri, avevano risposto ad una interrogazione di Sinistra Comune sul rifiuto di sei istanze di “prima iscrizione anagrafica’’ di migranti, sostenendo che “il permesso di soggiorno non costituisce titolo per l’iscrizione anagrafica’’ e distinguendo i già iscritti (e richiedenti quindi un cambio di residenza) per i qualiè sufficiente “una semplice ricevuta di domanda di permesso’’.
Il fronte dei sindaci è ampio. L’Anci, l’associazione dei Comuni, aveva già espresso la sua contrarietà al decreto Salvini, in particolare per il rischio di un’uscita massiccia di stranieri dai centri di accoglienza. Ieri Decaro, presidente dell’Anci, ieri ha assunto una posizione più morbida di Orlando: “Occorre istituire un tavolo di confronto in sede ministeriale per definire le modalità di attuazione e i necessari correttivi a una norma che così com’è non tutela i diritti delle persone”. È la stessa linea di Federico Pizzarotti, sindaco ex M5s di Parma, oggi leader di “Italia in Comune” e vicepresidente Anci: “Quella di Orlando è una forzatura che non risolve il problema. L’ufficio anagrafe deve applicare la legge. Concordo con la necessità di un tavolo.
“La mancata applicazione della legge Sicurezza è un atto politico – osserva il presidente emerito della Consulta, Cesare Mirabelli –. I Comuni sono tenuti a uniformarsi alle leggi. La pubblica amministrazione non può sollevare questioni di legittimità costituzionale. A meno che non si tratti di norme con carattere discrezionale”. Se il sindaco la disapplica “interviene il prefetto o un’altra autorità, sorge un contenzioso e allora potrebbe essere sollevata una questione di legittimità costituzionale”.
Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, la mette così: “Non si tratta di sospendere una legge che, in quanto tale, non si può sospendere”, ma “le leggi si applicano solo in maniera conforme alla Costituzione”. Concorda con Orlando l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino: “Legge o non legge, non abbiamo nessuna intenzione di togliere l’iscrizione anagrafica ai richiedenti asilo che l’hanno già fatta, stiamo accogliendo nei centri per senzatetto italiani anche gli stranieri senza porci il problema se siano regolari o meno”. Assicura di “studiare la decisione di Orlando” il sindaco di Pescara, Marco Alessandrini che oggi ospiterà Salvini. Intanto il ministro twitta: “Certi sindaci hanno mangiato pesante, ne risponderanno”.