Repubblica 5.12.18
Emiliano
"Basta tessera Pd ora va difeso il creato Ho sbagliato con i grillini"
di Giuliano Foschini
BARI Michele Emiliano, e allora?
«Mi sono sbagliato. Anzi, ci siamo sbagliati, in milioni di italiani.
Pensavamo
che il Movimento 5 Stelle fosse in grado di mantenere le promesse fatte
e invece ha tradito tutto quello che aveva raccontato. Su Ilva nessuno
nemmeno pronuncia più la parola ambiente, la riforma del lavoro è come
il Jobs Act, lavorano a braccetto con le lobby».
Michele Emiliano
tra qualche settimana non sarà più un iscritto al Partito democratico,
dopo che la Corte costituzionale ha stabilito che i magistrati non
possono avere tessere di partito.
«Ma possono essere capi
coalizione. O essere iscritti ai gruppi in consiglio regionale, come me.
Mi sembra una contraddizione ma ne prendo atto. Dopodiché io, come
sempre, sono qui».
In realtà, presidente lei è ovunque: con i No Tap, con i No Ilva, con gli anti Xylella.
«No,
no. Io sono con il popolo. È vero, sono abituato ad ascoltare tutti ma a
differenza di alcuni miei colleghi non mi faccio dettare le cose che
devo fare da nessuno.
Sono un cane sciolto. Dicono che sono
inaffidabile perché sono incontrollabile. Sulla Xyllela come su ogni
cosa sono sempre stato dalla parte della scienza e della legge. E sono
sempre stato nel Pd.
Quando mi hanno offerto di fare il capo
politico della sinistra ci ho pensato. Ho tentennato. Ma poi ho detto
che la battaglia bisognava farla nel partito. Avevo ragione».
Voterà alle primarie?
«Certo.
E aspetto di vedere i programmi per decidere chi. La situazione è
delicata, c’è un attacco alla democrazia. E io penso sia necessario
aprire un fronte democratico e antifascista comune, con i Socialisti
europei, con i Verdi, tutti insieme per gli Stati Uniti d’Europa contro
chi sta con Orban, Le Pen, Salvini e ha intenzione di applicare
politiche autoritarie in Europa».
Lei è tra quelli che pensano che esista un pericolo democratico in Italia, come in Europa?
«Io
la penso come Paolo Villaggio, quando con un paradosso disse a Salvini:
non siete all’altezza di fare le cose che dite. Ma tremo a pensare che
possano, e possono, passare da far finta a fare sul serio. Sono passati
70 anni, ma potremmo essere travolti: web, giornali, social, tutto sotto
controllo. Non è il tempo più dei distinguo. Ecco perché in Europa
servono persone straordinarie non un refugium di vecchi trombati».
Chi le piacerebbe fosse in Europa?
«Qualcuno che assomigliasse a Walter Veltroni».
Nel Pd Calenda ha detto di aver stappato alla notizia del suo non tesseramento.
«Lo
avranno fatto in tanti. Nel Pd da Renzi in poi pare che si festeggi
quando la gente va via. E invece io penso che il Partito democratico sia
nato per includere, allargarsi».
L’accusano di aver esagerato, tirando dentro pezzi del centrodestra.
«Sono
loro che vengono da noi, sui nostri temi, i nostri programmi. C’è stato
un incontro che mi ha cambiato la vita, quello con Papa Francesco. Ho
capito che bisogna essere intransigenti su alcuni temi, come l’ambiente,
la difesa del creato. E invece ascoltare, aprirsi a culture che sono
diverse dalle nostre».