Repubblica 5.12.18
Intervista a Gian Carlo Caselli
"Clima inquietante e l’intolleranza parte dai vertici dello Stato"
di Sarah Martinenghi
TORINO
Gian Carlo Caselli, Salvini twitta e svela dettagli di un’operazione in
corso, Spataro lo "bacchetta" spiegando che "deve prima informarsi per
evitare rischi di danni alle indagini in corso" e il ministro
controreplica suggerendogli di andare in pensione. Cosa ne pensa?
«Il procuratore capo Armando Spataro è un magistrato di grande esperienza e capacità.
Se
sostiene che potrebbero esserci state ripercussioni su un’indagine in
corso, è come se parlasse da una specie di cattedra: merita perciò ogni
più scrupolosa considerazione e soprattutto rispetto»
A lei, nella sua lunga carriera, era mai capitata una cosa simile?
«Non
che mi ricordi. Polemiche con uomini di governo e contrasti, si, anche
una legge contro la mia persona se è per questo. Ma un fatto simile no,
non lo rammento»
Secondo lei Salvini ha anticipato l’operazione in buona fede o senza rendersi conto delle conseguenze pratiche?
«Non
ho titolo per fare un processo alle intenzioni di chicchessia meno che
mai a quelle di Salvini. So però per certo che non è giusto pretendere
da altri un silenzio ossequioso, come Salvini ha in pratica fatto nelle
sue dichiarazioni, pretendendo un dialogo senza aver prima fatto nulla
per instaurarlo».
Salvini dice anche: "Nessuno si permetta di dire
che il ministro mette a rischio operazioni di sicurezza. Lo dico nel
rispetto della stragrande maggioranza dei magistrati. Ma gli attacchi
politici e gratuiti lasciamoli fare ai politici che si candidano alle
elezioni".
Secondo lei è una reprimenda politica quella di Spataro nei suoi confronti?
«La
tesi secondo cui può parlare solo chi si candida alle elezioni è ormai
un ritornello stantio. Se tutti dovessero stare zitti salvo candidarsi
sarebbe la qualità stessa della nostra democrazia a soffrirne».
Questo botta-risposta è un segnale di tensione tra diversi poteri dello Stato oppure lei intravede anche qualcos’altro?
«Avverto
un pesante clima di intolleranza e insofferenza nei confronti di
chiunque la pensi diversamente da chi può e conta. Un clima piuttosto
inquietante, specie se un esempio decisamente non positivo viene dal
massimo rappresentante dello Stato, tutore degli interessi generali e
non soltanto di quelli che propagandisticamente gli interessano».
Lei
dunque come si sarebbe comportato da procuratore di fronte a un "tweet"
che svelava dettagli su un’operazione come quello di Salvini? Avrebbe
anche lei reagito proprio come ha fatto il procuratore Spataro?
«Mi
sembra implicito da quanto ho detto sin qui che se mi fossi trovato
nelle condizioni di Spataro (presumo quindi l’esistenza di elementi in
fatto e diritto che lo autorizzassero ad intervenire) mi sarei
comportato nello stesso identico modo».