Repubblica 3.12.18
Gazeta Wyborcza
In Polonia dove la stampa è sotto tiro
di Bartosz T. Wielinski
Sì,
il partito nazional-conservatore Diritto e Giustizia, che tre anni fa
ha preso il potere in Polonia, considera i media indipendenti suoi
nemici. Il primo ministro Mateusz Morawiecki ha dichiarato che «l’80%
dei media in Polonia è nelle mani degli avversari politici del PiS che
attaccano rabbiosamente il governo». Il presidente Andrzej Duda ha
avvertito, invece, che «non è un bene che la maggioranza assoluta dei
media in Polonia si trovi in mani straniere». Di cosa si tratta? Agora,
la società editrice di Gazeta Wyborcza, è polacca. Ma il portale Onet,
che alla vigilia delle elezioni amministrative di ottobre ha rivelato
intercettazioni telefoniche compromettenti per il primo ministro,
appartiene a un gruppo mediatico tedesco-svizzero. La rete televisiva
Tvn, invece, che ha trasmesso un reportage sui neonazisti polacchi che
festeggiavano il compleanno di Hitler, fa parte del gruppo mediatico
americano Discovery. Per i politici del PiS la questione è semplice.
Sono gli editori stranieri a commissionare materiali critici nei
confronti del governo. Non v’è alcuna prova di tali pratiche, ma,
nonostante questo, da mesi il PiS andava gridando che bisognava
"ripolonizzare" i media.
Contemporaneamente i gruppi mediatici
stranieri ricevevano dal partito la proposta di vendere le loro quote a
ditte indicate dal governo. In modo simile il primo ministro Viktor
Orban ha rilevato e liquidato i media liberi in Ungheria. Sembrava che
il PiS fosse a un passo dal raggiungere l’obiettivo. Il materiale della
Tvn sul compleanno di Hitler è stato molto scomodo per il governo, ma
l’indagine sull’episodio è stata negligente. In novembre un portale
filogovernativo ha accusato la Tvn e i suoi giornalisti di aver pagato
gli organizzatori e di aver partecipato attivamente ai festeggiamenti
del compleanno del dittatore del Terzo Reich. A prova di ciò hanno
mostrato una foto dell’operatore della Tvn con il braccio alzato in un
saluto nazista. La Procura aveva subito avviato un’indagine contro il
giornalista, a cui la convocazione per l’interrogatorio è stata
consegnata a casa da agenti dei servizi segreti. Nei media pubblici,
controllati dal governo, è partita una caccia alle streghe contro la
Tvn.
Sembrava che i giornalisti sarebbero stati posti in stato
d’accusa. Invece è accaduta una cosa inaspettata: ha preso le difese
della Tvn la nuova ambasciatrice degli Usa, Georgette Mosbacher, che ha
scritto al primo ministro Morawiecki una vigorosa lettera. I politici
del PiS sono rimasti senza parole, Donald Trump è da loro considerato
l’alleato più stretto. Il governo però non aveva considerato il fatto
che per gli americani la libertà dei media è una cosa sacra. Inoltre, la
rete Tvn appartiene a un gruppo americano. Il governo avrebbe potuto
prevederlo, ma la sua avversione per i media indipendenti è talmente
forte che era disposto a incrinare le relazioni con un alleato che
garantisce la sicurezza della Polonia. Dopo l’intervento di Mosbacher il
governo ha dovuto fare un passo indietro. Ma dopo questa lezione, i
governanti della Polonia smetteranno di tramare contro i giornalisti?
Non credo. L’anno prossimo i polacchi eleggeranno i membri del
parlamento europeo e poi quelli del parlamento nazionale. Tra un anno e
mezzo ci saranno anche le elezioni presidenziali. Per il PiS la
tentazione di chiudere la bocca ai media sarà grande. Non conterei su un
intervento dell’ambasciatrice Mosbacher a difesa di ogni redazione.
©
LENA, Leading European Newspaper Alliance. L’autore è giornalista di
Gazeta Wyborcza, a capo della redazione esteri ( Traduzione di E. Joanna
Kaczy?ska)