Repubblica 20.12.18
Le infrastrutture
Ma la città è ancora un cantiere in ritardo i lavori per strade e treni
Cento minuti in bus dall’aeroporto più vicino, la nuova stazione pronta a metà
di P. Rus.
MATERA
A un mese dal taglio del nastro di Matera 2019 manca il palcoscenico
del grande show che coinvolgerà duemila musicisti da tutto il mondo. Gli
operai sono ancora al lavoro per allestire nell’ex Cava del Sole il
principale teatro della città della Cultura. Anzi l’unico. L’ex teatro
Duni è rimasto un rudere abbandonato, mentre tutto attorno, tra i Sassi
si lavora ai dettagli. Matera è ancora un cantiere. Anzi, tanti
cantieri. Sarà un successo o una figuraccia? I materani sono divisi. Ciò
che non è difficile intuire sono i timori del governo. La ministra
Barbara Lezzi ha abituato Comune e Regione ai sopralluoghi a sorpresa.
«Siamo in ritardo» spronava fino a novembre.
L’ultima
dichiarazione, di tre giorni fa, è già un mettere le mani avanti.
«Personalmente ho fatto il possibile per velocizzare la realizzazione
delle opere. Posso assicurare che Matera non verrà dimenticata dopo il
2019, ma proseguiremo a lavorare affinché abbia i collegamenti che
merita».
Appunto, dopo il 2019. Perché le principali
infrastrutture messe in cantiere per la Capitale europea della cultura
saranno pronte quando tutto sarà al termine.
Nonostante gli
investimenti messi in campo dalle Regioni Basilicata e Puglia, dall’Anas
e dalle Ferrovie Appulo Lucane, Matera arriva all’appuntamento con la
storia come uno dei capoluoghi di provincia meno facilmente
raggiungibili d’Italia. L’aeroporto più vicino è il Karol Wojtyla di
Bari ma solo due aziende private hanno bus a in partenza dallo scalo,
per un totale di sei corse al giorno, con un tempo di percorrenza che
sfiora i cento minuti. L’agenzia nazionale Invitalia ha il compito di
appaltare le risorse per aumentare i trasporti, assicurando una corsa in
bus circa ogni mezz’ora. Ma la procedura non è stata ancora completata.
La principale strada d’accesso resta la Bari-Matera.
L’unica
alternativa per chi arriva in aereo o viaggia a bordo di pullman privati
da Roma o Milano. Sulla statale 96 i lavori dell’Anas sono in corso per
realizzare due corsie per senso di marcia lungo i 60 chilometri che
separano i due capoluoghi. Entro il 19 gennaio non sarà terminato il
cantiere che dovrebbe portare l’attuale ora di percorrenza a 40 minuti. I
mezzi pesanti restano e rallentano ulteriormente il percorso a ostacoli
verso Matera.
E se Cristo si è fermato ad Eboli, Ferrovie dello
Stato l’ha fatto a Ferrandina. Matera non è servita dalla principale
infrastruttura ferroviaria italiana. Esiste un solo Frecciarossa al
giorno che ferma a 40 chilometri da Matera.
L’alternativa è un bus
sostitutivo da Salerno per chi viaggia con Trenitalia o Italo. Ma la
strada che dal Tirreno si arrampica fino alla Capitale della cultura è
anche peggio della Bari-Matera. Restano le Ferrovie Appulo Lucane. Sono
numerosi i lavori in corso per il raddoppio selettivo dei binari, in
compartecipazione tra Regione Puglia, Basilicata e Fal per ridurre il
tempo di viaggio e assicurare, anche per gli automobilisti che
lasceranno l’auto nel parcheggio di scambio di Serra Rifusa (questo
ormai completo), l’arrivo nella nuovissima stazione di Matera Centrale
firmata da Stefano Boeri: un’opera avveniristica da 7 milioni di euro.
Ma che tra un mese sarà pronta solo a metà. Di chi è la responsabilità
di questi ritardi?
Non della Fondazione Matera2019 che ha lavorato
e investito quasi esclusivamente sul cartellone culturale pronto da
mesi. Per le infrastruttura è mancata invece una cabina di regia.
Numerose e non sempre coordinate le stazioni appaltanti e gli enti
locali coinvolti sui diversi fronti. Tra l’aggiudicazione e
l’inaugurazione dell’evento si sono succeduti due sindaci e altrettanti
governi di colori diversi. Solo la giunta regionale è la stessa. Quello
che ha fatto è stato chiedere una deroga non sugli appalti ma per
restare in carica sei mesi in più.
(ha collaborato Gianvito Rutigliano)