Repubblica 1.12.18
Bari
Chiusa la sede di CasaPound Il pm: è un partito fascista
Indagati
in trenta: per la prima volta contestata la ricostituzione del
movimento I militanti avevano attaccato a settembre i manifestanti anti
Salvini: " Fu premeditato"
di Giuliano Foschini
«
Andatevene merde, qui comandiamo noi » . « Antifascisti di merda ». E
poi bilancieri da palestra, catene, un busto di Benito Mussolini, una
bandiera della X Flottiglia Mas, il Mein Kampf di Hitler. «Fascisti » ,
in sintesi, sostiene la procura di Bari che ieri ha indagato 30 iscritti
di CasaPound accusandoli di aggressione e, per la prima volta,
ricostituzione del partito fascista. E, per questo motivo, sequestrato
la loro sede di Bari.
L’inchiesta, coordinata dal procuratore
aggiunto Roberto Rossi, parte il 21 settembre scorso quando alcune
persone, tra cui l’europarlamentare Eleonora Forenza, vengono aggrediti e
picchiati al termine di un corteo antifascista contro il ministro
dell’Interno, Matteo Salvini. Vengono presi alle spalle, colpiti prima
come un pugno e poi con mazze e cinture. Non riescono a difendersi e
finiranno in ospedale con prognosi fino a 10 giorni. «Aiutavamo una
coppia di ragazze di colore che passavano lì con i loro bambini, quando
siamo stati aggrediti da quelli di CasaPound » , hanno messo a verbale.
Il loro racconto è stato confermato interamente dalle immagini delle
telecamere di sorveglianza montate nella zona, dall’ascolto di diversi
testimoni ( compreso le ragazze con i passeggini che hanno riconosciuto
gli aggressori) e dal lavoro degli agenti della Digos di Bari, guidati
dal dirigente Michele de Tullio.
Quelli di CasaPound avevano
provato, nell’immediatezza dei fatti, a sminuire l’accaduto. Parlando di
provocazione. « Bugie » , dice ora il tribunale di Bari. Convinto,
invece, che quella di settembre fu «un’azione premeditata», nata per
tacitare chi ha posizioni «politiche sgradite». Un’azione che si
potrebbe ripetere, tant’è che ha ritenuto necessario sequestrare la
sede. « Presso i locali di CasaPound — ricostruisce la procura nella
richiesta di sequestro — si sono dati appuntamento numerosi ragazzi,
provenienti anche da altre province » . Non erano lì per caso, quindi. E
per la prima volta erano tanti: solitamente la sede di via Eritrea (
quartiere Libertà, feudo del clan mafioso Strisciuglio dove qualche
settimana prima il ministro dell’Interno Matteo Salvini era arrivato per
parlare però della questione immigrazione) era frequentata da poche
persone. E invece la sera del 21 settembre, mentre nelle strade vicine
un migliaio di persone sfilava contro Salvini, a CasaPound erano una
cinquantina, arrivati da tutta la Puglia. Non era un caso.
Secondo
la procura avevano organizzata una « spedizione punitiva » atta «ad
offendere, colpire e reprimere indiscriminatamente qualunque soggetto
avesse partecipato alla manifestazione con corteo dichiaratamente "
antifascista", e di conseguenza per affermare e, quindi, qualificare
come "fascista" la propria azione criminale » . Un comportamento,
secondo il procuratore Rossi, « chiaramente spinto dalla volontà di
emulare lo squadrismo, il principale strumento con il quale il movimento
fascista manifestava la propria identità mediante la repressione,
violenta, delle opposte ideologie». Da qui la decisione di applicare la
legge Scelba del 1952 che si preoccupa di «impedire la riorganizzazione
del partito fascista ».
D’altronde che di fascisti si trattasse è
chiaro soltanto a leggere l’elenco delle cose sequestrate dagli agenti
della Digos nella sede di CasaPound e a casa di alcuni degli indagati (
dove hanno trovato anche gli abiti che indossavano la sera
dell’aggressione): in sede c’erano 4 manubri da palestra, un busto di
Mussolini, una badiera della X Mas, un fascio littorio. Nelle case il
Mein Kampf, croci celtiche e cimeli vari dell’epoca nazifascista.
Dopo
l’aggressione, Bari aveva risposto portando migliaia di persone in
piazza in una manifestazione antifascista. Nei giorni scorsi a chiedere
la chiusura della sede di CasaPound era stato il sindaco, Antonio
Decaro. Alla cui voce si è unito ieri il Governatore Michele Emiliano: «
Ora è necessario continuare nelle scuole, per strada, nelle periferie a
difendere i valori della nostra Costituzione, della democrazia e della
libertà » . « Oggi è una bella giornata » , ha detto l’europarlamentare
di Rifondazione comunista Eleonora Forenza, aggredita quella notte.
«Quello di Bari», dice il segretario di Sinistra italiana, Nicola
Fratoianni, «non è un caso isolato. È ora di procedere con la chiusura
di movimenti che inneggiano al fascismo in tutta Italia».