il manifesto 12.12.18
Salvini attacca Hezbollah, allarme al comando italiano Unifil
Israele/Italia.
Il capo della Lega ha descritto come «terroristi islamici» gli uomini
del movimento sciita suscitando preoccupazione al ministero della difesa
e tra i caschi blu dell'Onu dispiegati in Libano. Ha poi preso di mira
la soluzione a Due Stati sostenuta dall'Ue
di Michele Giorgio
GERUSALEMME
Giacca scura, camicia azzurra, atteggiamento sobrio. Matteo Salvini si è
presentato alla conferenza stampa al King David Hotel di Gerusalemme
con un look diverso da quello abituale da autista di ruspa. Solo
apparenza, la sostanza è stata quella solita. Il vicepremier e ministro
dell’interno in visita ufficiale in Israele ieri ha inferto picconate a
situazioni delicatissime per la stabilità del Medio oriente e di cui,
evidentemente, non capisce un bel niente: la tensione ai confini tra
Israele e Libano e la soluzione a Due Stati, Israele e Palestina,
sostenuta dall’Unione europea, quindi anche dall’Italia.
Salvini
appena ha messo piede a terra a Tel Aviv ha fatto pochi passi ed è
salito a bordo di un elicottero per dirigersi al Nord dove è andato a
dare uno sguardo ai tunnel sotterranei costruiti dal movimento sciita
libanese Hezbollah e di cui Israele ha annunciato la scoperta nei giorni
scorsi. Una storia che rischia di scatenare una nuova guerra. Proprio
ieri il premier israeliano Netanyahu ha lanciato nuovi e più pesanti
avvertimenti a Hezbollah affermando che Israele reagirà ad un eventuale
attacco con una forza mai usata in passato. Il capo leghista, forse
pensando che lo scontro tra Israele e Hezbollah per importanza non sia
molto diverso dalla demolizione delle ville dei Casamonica, si è
lasciato ad andare a dichiarazioni che hanno fatto saltare sulla sedia i
militari dell’Unifil – i caschi blu dell’Onu attualmente sotto comando
italiano che dal 2006 vigilano sulla tregua tra il movimento sciita e lo
Stato ebraico – e i responsabili del ministero della difesa italiano.
«Chi vuole la pace, sostiene il diritto all’esistenza ed alla sicurezza
di Israele – ha scritto Salvini in un post su Facebook – Sono appena
stato ai confini nord col Libano, dove i terroristi islamici di
Hezbollah scavano tunnel e armano missili per attaccare il baluardo
della democrazia in questa regione».
Il riferimento agli Hezbollah
come «terroristi islamici» ha fatto sudare freddo non pochi al
ministero della difesa e al comando Unifil che hanno fatto trapelare
«preoccupazione» e «imbarazzo» per quelle parole. «Non vogliamo alzare
nessuna polemica – hanno fatto sapere fonti anonime – ma tali
dichiarazioni mettono in evidente difficoltà i nostri uomini impegnati
proprio a sud (del Libano) nella missione Unifil, lungo la “Linea blu”
(il confine). Questo perché il nostro ruolo super partes, vicini a
Israele e al popolo libanese, è sempre stato riconosciuto nell’area. Tra
l’altro l’Onu la sua parte la sta già facendo, c’è una missione, si
chiama Unifil, da oltre 12 anni, e il comando è oggi sotto la guida
italiana per la quarta volta». Queste cose Salvini non le sa, non
comprende che in questa regione dagli equilibri fragili, martoriata da
conflitti continui, dichiarazioni incoscienti possono innescare reazioni
violente, anche contro i soldati italiani. Perciò, non contento del
danno già causato, Salvini rivolgendosi ai giornalisti italiani a
Gerusalemme, ha commentato «Mi stupisco per lo stupore che ho letto per
la definizione di Hezbollah come terroristi islamici. Se si scavano
tunnel sotterranei che sconfinano nel territorio israeliano, non penso
venga fatto per andare a fare la spesa».
Salvini ha fatto uso
dell’ascia anche contro le politiche portate avanti dall’Ue in Medio
oriente e nella questione palestinese. Solo sullo status di Gerusalemme
ha evitato di esprimersi. Rispondendo a una domanda del manifesto sul
sostegno europeo alla soluzione a Due Stati, ossia alla creazione di uno
Stato palestinese accanto a Israele, ha sferrato un duro attacco alla
linea che Bruxelles porta avanti dalla firma degli Accordi di Oslo nel
1993. «Io sono favorevole a una soluzione che nasca dai territori.
L’Unione europea negli anni scorsi è stata assolutamente sbilanciata
condannando e sanzionando Israele ogni quarto d’ora…Temo che parti degli
ingenti aiuti (ai palestinesi) non siano arrivate alle destinazioni
auspicate» ha risposto, concedendo solo a proposito di Gaza che «una
situazione come quella non può essere sostenuta a lungo».
Il resto
della giornata sono state segnate da posizioni abbastanza scontate.
Salvini ha dato il suo pieno appoggio a Israele che, sotto lo sguardo
compiaciuto di funzionari e rappresentanti del governo Netanyahu, ha
descritto come un «baluardo» della civiltà occidentale. Ha quindi
esortato chi ama la pace a stare dalla parte dello Stato ebraico e a
lottare contro l’estremismo islamico. Ha spiegato di essere venuto per
rinsaldare i rapporti tra italiani e israeliani anche attraverso
relazioni più strette tra scuole ed università e nella ricerca
scientifica. Oggi vedrà Netanyahu e dovrebbero conoscersi più nel
dettaglio le intese strette nel campo della sicurezza di cui ha discusso
con il ministro israeliano Ghilan Erdan.