Repubblica 18.12.18
"L’amica geniale" l’eccellenza italiana che parla al mondo
Mentre
stasera su Rai1 si conclude la serie di Saverio Costanzo tratta dai
best seller di Elena Ferrante, da domani in vendita con Repubblica
arrivano in edicola i dvd
L’opera ha conquistato la critica americana e il pubblico italiano
di Silvia Fumarola
Gli
americani si sono inchinati alla cura artigianale, hanno visto L’amica
geniale di Saverio Costanzo come un omaggio al neorealismo. La serie è
tra i finalisti per il miglior dramma in tv dei Critics Choice Awards
che saranno assegnati il 13 gennaio sul canale CW. Il pubblico italiano
(con ascolti record, 7 milioni di spettatori, col 30% di share), si è
innamorato di Elena e Lila, le protagoniste di una saga al femminile che
racconta il faticoso viaggio verso la vita di due piccole grandi donne
partendo dalla Napoli degli anni 50. L’amica geniale si avvia
all’epilogo, stasera su Rai 1 si chiude la prima stagione, e da domani
la serie sarà disponibile in dvd in edicola con Repubblica (9,90 euro in
più).
Tratta dai best seller di Elena Ferrante, la serie (Hbo-Rai
Fiction e TimVision, prodotta da Lorenzo Mieli e Mario Gianani per
Wildside e da Domenico Procacci per Fandango), era una sfida difficile
da portare sullo schermo che Costanzo ha stravinto. Ha scelto come
protagoniste due giovanissime esordienti di rara bravura. Lila bambina è
interpretata da Ludovica Nasti, da adolescente ha il volto di Gaia
Girace. Mentre la bionda Elisa Del Genio è Elena da piccola, e
Margherita Mazzucco da ragazzina.
Nel quartiere Luzzatti di
Napoli, ricostruito dallo scenografo Giancarlo Basili nella ex fabbrica
Saint Gobain di Caserta, le pagine dei libri prendono vita, dai banchi
di scuola alla bottega del padre calzolaio di Lila, dove la bambina, che
non continua gli studi, inizia a lavorare. Ma la sua voglia di sapere,
la passione per i libri, la accompagna: continua a leggere, divora i
romanzi della biblioteca. È lei a spiegare a Elena il metodo per
imparare il latino. Gli anni passano, le scelte di vita — spesso subite —
non dividono le amiche che scoprono l’amore e la fatica di crescere.
Sognano, provano a immaginare un’altra vita possibile oltre la ferrovia,
i cortili, l’esistenza povera del quartiere, quella strada sterrata che
è tutto il loro mondo.
Due figure minuscole e gigantesche: per
Saverio Costanzo (che firma la sceneggiatura con la stessa Ferrante,
Francesco Piccolo, Laura Paolucci) l’avventura di Elena e Lila «è come
un western». Ora che è tempo di bilanci, il regista confessa che non si
aspettava «un impatto col pubblico così sorprendente.
Certo grazie
ai libri» spiega «sapevamo che la storia era amata, che sarebbe stata
accolta con attenzione, ma personalmente non mi aspettavo che potesse
coinvolgere bambini e ragazzi, anche se era la mia speranza profonda. A
Caserta mentre giravo, pensavo: "Che bello se un’adolescente
s’identificasse nelle nostre ragazzine". Oggi mi arrivano i disegni
delle figlie di amici con Lila e Lenù piccoline, fatti da bambine di
sette anni».
La forza dell’Amica geniale secondo il regista «sta
nella vita stessa, vedevo germogliare il racconto sul set: era come
assistere a un miracolo.
Prendeva forma ogni volta in maniera
inaspettata. Questo grazie agli attori: abbiamo avuto la fortuna di
trovare un gruppo di persone disponibili e umili, in ascolto, che si
sono buttate rischiando oltre i propri limiti.
Tutti bravi, sono
diventati una compagnia. Per arrivare a quest’armonia c’è un lavoro come
quello che si fa con un’orchestra». Gli spettatori non si sono fatti
intimorire neanche dal dialetto napoletano. «Parte di questa pasta
recitativa è stata proprio il dialetto» dice Costanzo «sublime
nell’ascolto, ricco e vario, come se fosse una lingua infinita. Il
dialetto è un elemento drammaturgico prima ancora che linguistico e poi
dà immediatezza, verità, e potenza alla recitazione».
Costanzo non
dà peso alla censura della Rai, che ha sfumato pochi secondi della
scena della violenza subita da Elena nel sesto episodio. «Sono un
regista» chiarisce «consegno all’emittente quello che ritengo essere
rispettoso e funzionale, poi se decidono di tagliare perché ritengono
una scena inadatta sono loro considerazioni. Ci sono piattaforme in cui
si può vedere la scena integrale. La Rai ha avuto il diritto di tutelare
i suoi spettatori, in quanto servizio pubblico. Io non sono
l’emittente. Come artista non mi sono sentito offeso perché la scena
stava in piedi comunque».
Cose insegna L’amica geniale?
«Come
sia ricco e stratificato l’universo femminile. Sto lavorando alla
seconda stagione, quello che mi affascina e mi sorprende è la varietà:
oltre a Elena e Lila ci sarà anche Pinuccia, la sorella di Stefano.
Scrivendo la sceneggiatura riflettevo proprio sulla ricchezza, le sfumature, la complessità dei personaggi.
Le
eroine mi danno più stimoli, riescono a coinvolgermi anche da
spettatore. Credo che la vera forza dell’Amica geniale sia la tenerezza
dello sguardo».