Repubblica 18.12.18
Welfare
Pensioni più povere Avere la badante e invecchiare a casa diventerà un lusso
Auser-Cgil:
la metà delle famiglie ha già ridotto i consumi per pagarsi
l’assistenza domiciliare nel 2030 serviranno 2 milioni di operatori
di Rosaria Amato
ROMAI
precari con retribuzioni basse e discontinue e i Neet, cioè i giovani
fuori dai percorsi di studio e di lavoro, rappresentano un grave
problema per l’oggi e una bomba a orologeria per domani. A lanciare
l’allarme su una futura società di anziani poveri, non in grado di
provvedere a se stessi soprattutto se non autosufficienti, è una ricerca
pubblicata da Auser e Spi- Cgil dal titolo " Problemi e prospettive
della domiciliarità. Il diritto di invecchiare a casa propria". I dati
mostrano un numero crescente di anziani e una quantità decrescente di
risorse destinate al welfare, in particolare all’assistenza, uniti a un
aumento dei costi: il rischio è che già adesso gli anziani vengano
abbandonati a se stessi, in case peraltro non sempre adeguate alle loro
condizioni. Nel 56% di case con anziani in edifici superiori ai due
piani, infatti, manca l’ascensore, e nel 7% dei casi non c’è il
riscaldamento. Il tasso di attività dei giovani tra il 2012 e 2016 si è
abbassato di quattro punti, ed è inferiore al 50%. I Neet italiani
costituiscono la percentuale più alta in Europa. Come faranno tra 30 o
40 anni a permettersi una badante, e chi li assisterà se il welfare
pubblico si ritrae? Già adesso lo Stato non garantisce l’assistenza
domiciliare che sarebbe necessaria. Si calcola che in media il welfare "
informale" costa 667 euro per famiglia. Solo il 31,4% delle famiglie
riesce a ottenere un sostegno pubblico, in genere l’assegno di
accompagno. Per il resto, il 48,2% delle famiglie pur di pagare un
assistente ha ridotto i consumi, il 20,2% ha intaccato i propri
risparmi, il 2,8% si è dovuta indebitare, percentuale che in futuro
rischia di aumentare in modo consistente. Attualmente sono impegnate in
Italia 1.655.000 badanti: le proiezioni sul numero crescente di anziani
ci dicono che nel 2030 ne serviranno più di due milioni, ma le famiglie
avranno sufficiente disponibilità economica per provvedere ai loro
stipendi?
Al di là degli stipendi delle badanti, le famiglie fanno
già adesso una grande fatica a provvedere all’assistenza degli anziani
in generale: i tre quarti delle famiglie hanno dovuto fare gravi
rinunce, dai consumi alimentari alle spese sanitarie. I dati del
servizio sanitario svelano la contraddizione della spesa per il welfare
in questi anni: a fronte di un numero crescente di anziani ( tra il 2009
e il 2013 sono aumentati dell’8,6%, passando da quasi 12 a 13 milioni,
sono diminuiti del 21,4% gli anziani che hanno usufruito di un servizio
di assistenza a domicilio. Secondo le proiezioni dell’Istat l’aumento
degli ultrasessantacinquenni bisognosi di cure proseguirà: passeranno
dai circa due milioni e mezzo del 2013 ai circa 3,5- 3,9 del 2045.
Serviranno più servizi a domicilio, più badanti, più posti letto negli
ospedali. Sta accadendo il contrario, e il 51% delle famiglie con
persone non autosufficienti dichiara già adesso di non essere in grado
di far fronte alle spese sanitarie ( contro il 30,5% della media delle
altre famiglie). « Quella della non autosufficienza è una vera e propria
emergenza nazionale che riguarda da vicino non solo tanti anziani ma
anche e soprattutto le loro famiglie. – dice il segretario generale
dello Spi Cgil Ivan Pedretti – Serve una legge nazionale, servono
risorse e serve ripensare il nostro sistema di welfare che altrimenti
rischia così di non reggere». Soprattutto, è da garantire un’assistenza a
domicilio di livello adeguato, rileva il presidente dell’Auser Enzo
Costa: « Invecchiare a casa propria è un diritto che va garantito con
una rete efficace di servizi sul territorio nel rispetto della persona
in tutto l’arco della sua vita».