venerdì 14 dicembre 2018

Repubblica 14.12.18
Dall’America alla Cina il futuro è nelle mappe
di Luigi Gaetani


Le carte ci dicono molte cose, ma bisogna saperle scegliere e saperle leggere» avverte Federico Rampini all’inizio della prima puntata di Geostorie, il nuovo programma in onda ogni venerdì fino al 25 gennaio su Rai Storia. Sei episodi ideati e condotti dal corrispondente di Repubblica da New York – il primo andrà in onda stasera alle 22.40 e in replica all’ 1.30 su RaiNews – con un obiettivo ambizioso: proporre al pubblico una lettura dei grandi temi geopolitici con l’ausilio di foto e filmati d’epoca ma anche, e soprattutto, di mappe “parlanti”. Tavole su cui sono segnati i confini politici e gli snodi strategici, ma anche visioni del globo che tengono conto di aspetti come tecnologia, ricchezza, sviluppo demografico.
Ecco che allora, nella prima puntata dedicata agli Stati Uniti, attraverso l’evoluzione delle carte geografiche è possibile ricostruire l’espansione delle originarie Tredici colonie verso Ovest, fino all’emergere, a fine Ottocento, della vocazione imperiale del paese. A riprova del fatto che non può esistere una Storia che non tenga conto della geografia, una ricognizione a volo d’uccello sugli sterminati territori americani serve a farsi un’idea delle immense risorse naturali di una nazione-continente, che ha fondato la propria egemonia prima di tutto sulle caratteristiche del suo territorio e che proprio grazie alla sua posizione geografica – protetta da due oceani – ha potuto facilmente ereditare dalla Gran Bretagna il ruolo di massima potenza marittima globale. Un rapporto, quello con l’antica madrepatria e, più in generale, con il Vecchio continente, ancora oggi “privilegiato”, come dimostra un’altra carta significativa, quella su cui sono indicati, con tante minuscole linee rosse, gli scambi di informazioni attraverso l’Atlantico, fittissimi come ai tempi di Guglielmo Marconi.
Ed è ancora un planisfero, sul quale sono evidenziate le basi strategiche della U.S. Navy – da Napoli fino all’estremo Oriente – a motivare il quesito sul quale è costruita la puntata: l’impero americano sta per finire? Una domanda strettamente legata all’argomento dell’episodio successivo dedicato alla grande potenza emergente, la Cina. Siamo entrati nel secolo del Dragone?
Al centro del planisfero del futuro ci sarà, come vorrebbe la visione confuciana del mondo, Pechino? Si potrebbe rispondere prendendo in prestito (per una volta) il gergo dell’arte divinatoria: il futuro è nelle carte.