Il Fatto 14.12.18
Aranzulla: “Cara Ferragni: voi influencer finirete, ma i miei tutorial no. E adesso fatturo più di 3 milioni all’anno”
Vita da… Aranzulla, l’uomo delle guide on line
di Lorenzo Giarelli
Lavora
sul web e fattura milioni di euro, ma guai a chiamarlo influencer. Men
che mai youtuber, lui coi video non c’entra nulla. “Scrivo guide
semplici per rispondere alle domande della gente sulla tecnologia”. Come
si installa una stampante? Come si elimina un messaggio da Whatsapp?
Come si recupera una foto cancellata? Qualsiasi domanda informatica
scritta con questa formula elementare su Google, restituisce tra i primi
risultati il sito Aranzulla.it , creato nel lontano 2002 da Salvatore
Aranzulla, che di anni ne ha solo 28 (allora ne aveva solo 12) e che con
quell’intuizione è diventato la Bibbia vivente sulle tecnologie per
milioni di utenti.
Salvatore Aranzulla, non ci dica che per avere successo adesso basta essere smanettoni e aprire un blog.
Non proprio. Mica è stato facile all’inizio.
E allora ci dica, come è partito?
Devo
ringraziare mio cugino Giuseppe, che nel 2000 mi prendeva in giro
perché lui aveva un computer in casa e io no. Iniziai a fare i capricci
coi miei finché, un paio d’anni dopo, non me ne regalarono uno. Non
avevo la più pallida idea di come si utilizzasse.
Ha imparato da solo?
Sì,
abitavo a Mirabella Imbaccari, nel mezzo della Sicilia, figurarsi se
avevo un tecnico a portata di mano. Risolvevo da solo i problemi al mio
computer, poi ho iniziato a aiutare i miei compagni di scuola. Si era
sparsa la voce e mi portavano a casa loro con la forza.
Sarebbe stata una vita più movimentata.
Quando
ho visto che più persone mi facevano le stesse domande ho iniziato a
stampare le risposte e a ri-utilizzarle. Avevo una cartellina con tutte
le soluzioni ordinate: non ti funziona la stampante? Ecco a te. Vuoi
masterizzare un cd? Un altro foglio. Aranzulla.it è iniziato
distribuendo a mano le guide.
Quando arriva internet?
Nel
2002, e aprii subito il sito. Funzionava con una connessione lentissima e
appena mi disconnettevo spariva dal web. Ogni volta che accendevo la
linea sembrava decollasse un aereo.
In casa sapevano di questa sua passione?
Se
ne sono accorti quando è arrivata la bolletta: una volta ci chiesero un
importo che era tre volte lo stipendio di mio padre. Fu allora che mi
tolsero la connessione, mi comprai un cavetto e usavo internet di
nascosto ogni volta che i miei uscivano di casa.
Fin qui è un ragazzo come tanti. Cosa ha reso il suo sito una macchina da soldi?
La
prima svolta è nel 2008, quando mi iscrissi al servizio Adsense. Ti
permette di inserire un codice nel sito e da quel momento Google può
vendere pubblicità nel tuo spazio. Non avevo idea di come sarebbe
andata, era difficile quantificare, ma ricordo la sorpresa quando arrivò
il primo assegno dall’America: era di quasi tremila dollari.
Non sono pochi, ma oggi su che cifre viaggia?
Adesso fatturo più di 3 milioni all’anno.
Il trucco?
A
un certo punto ho smesso di scrivere pensando alle domande che mi
ponevo io o che si facevano i miei amici e ho iniziato a analizzare le
parole più ricercate dagli utenti sui motori di ricerca. Ho creato un
sistema che individua le tendenze su Google: se tra le ricerche
frequenti c’è “come scaricare musica da internet” o “come tagliare un
video”, questo strumento me lo segnala. E le richieste della gente
diventano i miei articoli, che nel titolo riprendono senza giri di
parole quelle ricerche.
Oggi quante guide contiene il sito?
Siamo a novemila, lette ogni giorno da circa 700 mila persone. Aranzulla.it è tra i trenta siti più consultati in Italia.
Si ricorda la prima delle novemila?
Credo
sia una cosa su come installare la stampante, erano i tempi in cui
iniziavano a abbassare i prezzi e allora tutti se la mettevano in casa.
Ora che è milionario scrive ancora consigli per imbranati digitali?
No,
da qualche anno ho smesso di scrivere io le guide, ma gestisco il sito,
mi occupo dello sviluppo tecnologico, organizzo eventi e coordino i
collaboratori esterni, che sono una decina.
E quando Aranzulla non sa fare qualcosa, a chi la chiede?
A
volte cerco su Google e compare un vecchio articolo del mio sito, dove
trovo la soluzione. Altrimenti chiedo ai miei collaboratori: loro sanno
tutto.
Niente cambia in fretta quanto le tecnologie. Ci sarà sempre bisogno di un Aranzulla?
Credo
di sì, le persone cercano sempre risposte semplici ai problemi di tutti
i giorni. Quello che può cambiare sono i contenuti: fino a qualche anno
fa scrivevamo soprattutto di computer, adesso c’è gente che non lo usa
neanche più e ci dobbiamo occupare di cellulari, assistenti vocali e
cose del genere.
Fa parte di una generazione in cui molti hanno fatto fama e soldi col web. Si sente un influencer?
Io
mi baso sui contenuti, non sull’immagine. Ho molti dubbi sulla
sostenibilità a lungo termine delle carriere da youtuber e influencer di
moda. Hanno un ricavato immediato, ma non apportano un valore aggiunto.
E poi operano su piattaforme messe a disposizione da terzi. Dico un
paradosso: un giorno Facebook e Instagram possono svegliarsi e decidere
di cambiare gli algoritmi o di chiudere il profilo a Chiara Ferragni. Io
invece ho un mio sito, posso decidere che farne.
Lei ha solo 28 anni. Idee su che fare da grande? La tv? O magari la politica?
Tutt’altro:
ho studiato pasticceria a livello professionale all’Alma di Gualtiero
Marchesi. Il mio piatto forte sono le paste di mandorla siciliane, anche
se qui a Milano non ho tutta l’attrezzatura per cucinare come vorrei.
Ma un giorno chissà, qualche mezza idea ce l’ho.