La Stampa 7.12.18
Filosofia contemporanea
di Mattia Feltri
Fra
i numerosi e interessanti dibattiti di ieri, il più suggestivo, da un
punto di vista della speculazione filosofica, si è animato attorno al
seguente dilemma: è giusto o no picchiare una rom che cerca di derubare
un passeggero della metropolitana? Perché anche voi possiate esprimervi,
ecco i dettagli: Giorgia Rombolà, giornalista della Rai, a una fermata
della metro di Roma vede una giovane rom, con bambina di tre o quattro
anni al seguito, immobilizzata dai vigilantes. Quello che si presuppone
essere l’obiettivo dello sfumato furto, un uomo di dimensioni
considerevoli, nonostante i vigilantes riesce a colpire la ladruncola, e
si accanisce con la forza dell’offeso, pure in testa, finché
afferrandola per i capelli non la sottrae alle guardie. E lì fa valere
le sue ragioni di cittadino onesto: prende la donna e la sbatte contro
il muro quattro o cinque volte (intanto che la bambina piange), e chiude
l’operazione scaraventandola a terra. Rombolà, che prova a difendere la
malmenata, viene dichiarata dagli altri passeggeri comunista, radical
chic e pure puttana, termine che in questi mesi vive una seconda
giovinezza. Ora, non sappiamo se il pestaggio rientri nei confini della
legittima difesa, ma conta che, pur battendosi valorosamente, gli
sfavorevoli sono stati sconfitti dai favorevoli, guidati dall’ironico ex
sindaco di Roma, Gianni Alemanno («non si può più rubare in santa
pace»), e su gol di un implacabile bomber del pensiero che la zingara
l’avrebbe lanciata sui binari. Bene amici, alla prossima; discuteremo
sul tema: secondo un calcolo costi-benefici, è conveniente dare fuoco
agli stupratori negri?