La Stampa 5.12.18
Kant diventa un “traditore” della patria
di Anna Zafesova
Nel
«Maestro e Margherita» di Bulgakov uno dei personaggi, un «poeta
proletario», mostra la propria ignoranza proponendo di «spedire questo
Kant per tre anni a Solovki».
Il viceammiraglio della flotta del
Baltico Igor Muhametshin probabilmente, potesse mettere le mani sul
filosofo tedesco, non si accontenterebbe di una sentenza così mite:
«Kant è un traditore della patria», ha annunciato ai marinai che
comanda, esortandoli a votare al referendum per impedire che l’aeroporto
di Kaliningrad venga intitolato a uno «che ha scritto dei libri
incomprensibili che nessuno dei presenti ha letto né leggerà mai».
Che
il viceammiraglio non sia in grado di leggere Kant è indubbio, per il
resto le sue nozioni sulla vita del più famoso cittadino di Kaliningrad
sono abbastanza approssimative. Non si capisce di quale patria è stato
traditore – durante la guerra dei Sette anni il filosofo divenne per
quattro anni suddito russo, insegnando pirotecnica e fortificazione agli
ufficiali russi, e nel 1794 entrò nell’Accademia delle scienze di
Pietroburgo – né davanti a chi «strisciava per ottenere una cattedra
all’università». Il viceammiraglio però non è stato l’unico a trattare
il grande illuminista come un dissidente liberale al soldo di Soros:
nelle ultime settimane degli sconosciuti hanno imbrattato di vernice il
monumento a Kant, la lapide su una delle case che aveva abitato e la sua
tomba. Intorno i vandali hanno sparso volantini che dicevano che «il
nome di un tedesco non imbratterà il suolo russo». Diversi esponenti
politici si sono espressi più o meno negli stessi termini: «Un’offesa
per i veterani della guerra», ha commentato il deputato della Duma
Bariev.
La campagna per il nuovo nome dell’aeroporto dell’enclave
baltica ha fatto emergere il neonazionalismo russo in una delle sue
manifestazioni più surreali. Non solo perché l’inventore della legge
morale è nato, si è laureato, ha insegnato ed è morto a Koenigsberg,
senza immaginare che nel 1945 la Prussia Orientale sarebbe stata
conquistata dall’Armata Rossa, la sua città avrebbe cambiato nome in
Kaliningrad e nel 2018 lui sarebbe stato giudicato non abbastanza leale
al Cremlino per la sua filosofia di ragione, libertà e pace. Ma anche
perché l’enclave più europea della Russia va fiera del suo concittadino:
l’università porta già il nome di Kant, e nel 2024 sono previsti
celebrazioni per i 300 anni dalla sua nascita. Nel referendum online per
il nome dell’aeroporto, dopo aver guidato la classifica prima della
campagna contro il «traditore», ha invece perso da una sua
contemporanea, l’imperatrice Elisabetta, tedesca da parte di madre.