La Stampa 3.12.18
A 14 anni accoltella il compagno di scuola
di Antonio Emanuele Piedimonte
A
scuola con il coltello. Tragedia sfiorata l’altro ieri nell’Istituto
tecnico “Alessandro Volta” di Aversa. Era appena suonata la campanella
di fine lezioni, alle 14, quando è scattata l’aggressione ai danni di
uno studente disabile. Non era la prima volta, stavolta però il
capobanda aveva una questione personale in sospeso e così mentre la
vittima cercava di scappare gli ha sferrato una coltellata da dietro
colpendolo nella parte alta del torace, all’altezza della spalla. Il
ragazzino, un 14enne, si è accasciato con il sangue che gli colava sulla
maglia. A soccorrerlo gli insegnanti, che hanno tamponato la ferita e
sollecitato l’interveto degli agenti del commissariato e dell’ambulanza
che ha portato lo studente all’ospedale Cardarelli di Napoli, in codice
rosso. Mentre i medici stabilizzavano le condizioni del ferito (fuori
pericolo ma ricoverato e monitorato per il rischio complicazioni) i
poliziotti stavano già braccando l’aggressore.
Fermato con l’arma
sporca di sangue
Dopo una rapida identificazione, infatti, sono andati a
cercarlo prima nella sua abitazione e poi nel bar del padre, e dopo
ulteriori ricerche l’hanno acciuffato. Non c’è voluto molto, non si era
nascosto e non era in fuga, stava facendo una passeggiata con la sua
minicar; talmente tranquillo da aver ancora con se il coltello sporco di
sangue. Il ragazzo ha ammesso il fatto e con una certa sufficienza ha
spiegato che il coltello lui se lo porta dietro per difendersi da
eventuali pericoli. Inevitabile il quesito: la vittima (che è seguita in
aula da un insegnante di sostegno) lo aveva forse minacciato? No, ma ha
importunato una ragazzina che mi piace, ha chiarito il baby criminale
agli inquirenti. Una spiegazione lucida quanto cinica che gli ha aperto
la strada per il Centro di prima accoglienza dei Colli Aminei del
Tribunale dei minori di Napoli. Il magistrato ha optato per l’accusa di
lesioni gravissime (e non di tentato omicidio).
L’episodio ha turbato
la comunità casertana facendo rivivere la tragedia del 2013, quando un
altro 14enne, Emanuele Di Caterino, fu ucciso con un coltellata al cuore
da un 17enne poi condannato (a quindici anni), ma il processo fu poi
annullato dalla Cassazione e sarà ricelebrato tra un mese. E sempre nel
Casertano è ancora forte lo choc per il ferimento di una professoressa,
Franca Di Blasio, sfregiata (32 punti di sutura al volto) in aula con
una lama da un suo studente lo scorso febbraio a Santa Maria Vico.
«Finirà che dovremo mettere i metal-detector nelle scuole», fu l’amaro
commento di una giovane docente.