La Stampa 28.12.18
Germania
Mancano soldati
Il governo apre al reclutamento degli stranieri
di Letizia Tortello
Sette
anni dopo l’abolizione del servizio di leva obbligatorio, la Germania è
a corto di uomini e la ministra della Difesa, Ursula von der Leyen,
lancia una insolita «chiamata» tra i cittadini Ue, per rinforzare le
fila dell’esercito. In particolare, Berlino guarda ai giovani polacchi,
italiani e romeni, per irrobustire le forze armate federali. E apre le
porte soprattutto ad esperti di intelligenza artificiale e personale
medico o sanitario. È tutta una questione di numeri: in Germania vivono
circa 255 mila polacchi, 185 mila italiani e 155 mila romeni tra i 18 ei
40 anni. Insieme costituiscono circa la metà di tutti gli stranieri
della Ue nel Paese. Il governo scommette che, se almeno il dieci per
cento di loro dimostrerà interesse per la «Bundewehr», questo
significherà almeno 50 mila uomini in più per le truppe.
21 mila uomini in più entro il 2025
Dopo
la riunificazione, l’esercito si è gradualmente ridimensionato,
passando da 486 mila uomini nel 1990 a 168 nel 2015. Poi, gli
investimenti sono ricominciati: gli attuali 182 mila uomini in uniforme
dovranno crescere di 6500 unità in due anni. «Entro sette anni, vogliamo
arrivare a 203 mila uomini», ha detto la ministra. La Germania si è
impegnata a portare il suo bilancio per la Difesa dall’1,2% del Pil
all’1,5% entro il 2025, come da promessa al presidente americano Donald
Trump, che invece chiedeva di innalzare la soglia al 2%. «Dobbiamo
guardare in tutte le direzioni», ha spiegato il capo di Stato maggiore
della Bundeswehr, Eberhard Zorn.
Assumere cittadini comunitari è
l’opzione messa in campo per risolvere il prima possibile la carenza di
personale militare. L’idea non è completamente nuova in Europa: Belgio,
Spagna, Francia, Gran Bretagna, Danimarca e Lussemburgo hanno già aperto
il loro esercito agli stranieri della Ue. Secondo i piani del governo,
potrebbero essere reclutati solo i giovani che vivono nel Paese da anni e
parlano fluentemente tedesco. Per loro, lo Stato preparerebbe una serie
di agevolazioni e incentivi. Alcuni dei Paesi coinvolti, però, non
hanno reagito bene alla proposta di Berlino. Primo fra tutti, il
ministro degli Esteri polacco Jacek Czaputowicz, che alla rivista «Der
Spiegel» dichiara: «Il servizio militare è strettamente legato alla
nazionalità». E sollecita un rapido chiarimento a Bruxelles. Critiche
anche dal governo bulgaro, che fa sapere di essere sotto del 20% degli
uomini necessari per il proprio esercito. Ma un sondaggio tra i tedeschi
rinforza la proposta del governo: il 43% dice che bisognerebbe
investire di più nella difesa armata (nel 2017 era il 32%).