il manifesto 28.12.18
Cuba si gioca la sua Carta fondamentale
Riforme.
Passate al vaglio una valanga di proposte di modifica, la nuova
Costituzione è pronta per andare al referendum di febbraio. Dal testo
sono saltate le nozze gay, ma secondo la promotrice Mariela Castro «non è
un passo indietro». E "torna" il comunismo
di Roberto Livi
L'AVANA
Decine di migliaia di assemblee e riunioni alle quali hanno partecipato
– secondo le cifre ufficiali – 8 milioni di cubani (su una popolazione
di poco più di 11 milioni) hanno prodotto una valanga di proposte di
modifica al testo della nuova Costituzione che era stato varato da una
commissione speciale guidata lo scorso luglio dall’ex presidente Raúl
Castro. Dopo l’esame di tali richieste è stato prodotto il nuovo
progetto di Carta fondamentale approvato la settimana scorsa
dall’Assemblea nazionale, il Parlamento unicamerale cubano. La nuova
Costituzione sarà posta a referendun popolare alla fine di febbraio.
IL
TESTO APPROVATO prevede 229 articoli, quattro più di quello originario
dal quale ne sono stati cassati tre e ne sono stati modificati 34. Manca
l’articolo 68 che proponeva il «matrimonio egualitario», ovvero tra
persone dello stesso genere e non «tra un uomo e una donna» – come
prevede la Costituzione del 1976. Il nuovo testo aveva scatenato la
protesta – anche con manifestazioni pubbliche – soprattutto delle Chiese
evangeliche dell’isola, ma anche un solido appoggio da vari settori
della popolazione. L’articolo era stato proposto da Mariela Castro,
figlia minore di Raúl, e direttrice del Cenesex, un organismo che molto
ha fatto e fa per promuovere i diritti Lgbti a Cuba.
La proposta
di matrimonio gay aveva avuto un grande eco internazionale ed era stata
di fatto la bandiera di riforme sociali che avrebbero dimostrato
cambiamenti reali nell’isola, anche se il tradizionale machismo continua
soprattutto in provincia. Il nuovo articolo parla di libero matrimonio
tra coniugi.
SECONDO MARIELA CASTRO «non si tratta di un passo
indietro», perché il testo «mantiene la possibilità che tutte le persone
possano accedere all’istituzione matrimoniale». Inoltre, ha
sottolineato come «elemento di novità le unioni di fatto che già
avvengono senza tener conto della differenza di genere e che, secondo le
statistiche, sono le più praticate nella nostra società». Anche il
blogger gay comunista francisco Rodriguer, conosciuto come Paquito de
Cuba, parla di un «compromesso accettabile».
SUL TEMA DOVRÀ
DECIDERE la nuova legge in materia – il Codice di famiglia – in
discussione da più di dieci anni. Ma è chiaro che una parte del
movimento Lgbti cubano mastica amaro. E nonostante la difesa della
figlia di Raúl, la difesa del matrimonio egualitario ora viene
sbandierata dai piccoli gruppi di opposizione.
Vi è chi parla
anche di una «cortina di fumo», ovvero di una proposta che era destinata
a suscitare polemiche per evitare che queste si riferissero ad altri
temi politici. Come quello del partito unico, il Pcc , che secondo
l’articolo 5 – confermato nonostante proposte di cambiamento –
costituisce la forza dominante del paese e la base dello «Stato
socialista di diritto» , o al controllo statale di tutti i mezzi di
informazione.
ANCHE L’ELEZIONE DIRETTA del presidente della
Repubblica – eletto dall’Assemblea nazionale tra i suoi membri – come
pure di altri organi regionali e provinciali non è stata accettata.
Rimasta lettera morta anche la richiesta di modificare la nuova legge
per gli investimenti – che amplia lo spazio e le garanzie per il
capitale straniero – con la possibilità che anche i piccoli e medi
imprenditori cubani possano investire in progetti statali.
RITORNA
INVECE IL RIFERIMENTO al comunismo – non previsto dal primo testo – che
assieme al socialismo fornisce «la sola garanzia» affinché «l’essere
umano raggiunga la piena dignità». E anche la conferma dello Stato
socialista di diritto come regolatore del mercato e della pianificazione
dell’economia, che però convive con la propietà privata.
Il presidente cubano, Miguel Diaz-Canel e il suo predecessore Raúl Castro in aula lo scorso 21 dicembre
La
riforma costituzionale rafforza varie salvaguardie della società in
materia di diritti umani, sostiene il sociologo Aurelio Alonso, anche se
vi sono zone d’ombra come l’articolo 95 che protegge la creazione
artistica solo quando sia conforme «ai valori socialisti», facendo
temere una possibile fiammata di «realismo socialista». Inoltre, la
riconferma del partito unico, senza concrete garanzie di un controllo
popolare e senza una chiara distinzione tra partito e Stato, lascia
aperto il problema di una burocrazia parassitaria.