giovedì 27 dicembre 2018

La Stampa 27.12.18
Erdogan dà battaglia a Google
“Via il Kurdistan dalle mappe”
di Marta Ottaviani


Per i curdi sembra proprio non esserci pace. Nemmeno su Google. La Turchia ha chiesto al celebre motore di ricerca, che fra le sue applicazioni ha anche l’altrettanto celebre Google Maps, di cancellare la mappa del «Grande Kurdistan» fra quelle messe a disposizione per gli utenti.
Il nome della discordia
La richiesta è arrivata dopo che un deputato dell’Iyi Parti, il partito del Bene, di orientamento nazionalista e conservatore, ha presentano un’interrogazione in parlamento. Digitando le parole «Grande Kurdistan», infatti, fino a qualche ora fa compariva una mappa che include gran parte del Sud-est turco, oltre che porzioni minori della Siria, dell’Iraq e dell’Iran. Tutti territori dove si è diffusa la più grande etnia senza uno Stato nel corso dei secoli e che è stata riconosciuta come una «regione geo-culturale». Troppo perché Ankara potesse tacere e, dopo aver avuto l’approvazione di tutto il parlamento, tranne naturalmente quello del partito curdo, il governo ha preso i primi provvedimenti. Il Ministro per i trasporti e le infrastrutture, Cahit Turan, ha fatto sapere che il colosso americano è stato contattato. «L’Autorità per l’informazione e le Comunicazioni - ha spiegato - ha già parlato con alcuni rappresentanti della piattaforma, chiedendo la rimozione urgente della mappa, come atto di responsabilità rispetto agli statuti nazionali e internazionali». Il ministro ha poi aggiunto che sta seguendo con attenzione lo sviluppo della vicenda. Dal pomeriggio di ieri, digitando «Grande Kurdistan» compariva la sola regione autonoma del Nord Iraq. Sembrerebbe comunque che la mappa non sia stata creata direttamente dalla società, ma da un utente tramite l’application «My Maps». Una distinzione che non ha ammorbidito la posizione della Turchia, per la quale «Kurdistan» rimane un termine proibito, il cui utilizzo ha fatto finire davanti al giudice o in galera più di un esponente della minoranza. Nonostante sia rimasta online per un periodo limitato di tempo, la mappa del Grande Kurdistan è stata comunque visualizzata da quasi un milione e mezzo di persone.
Fiato sospeso
Intanto, Ankara sta continuando ad ammassare truppe sul confine turco-siriano in vista della grande operazione militare che la Turchia vuole condurre nelle prossime settimane. L’obiettivo è sradicare una volta per tutte le milizie dello Ypg, il braccio armato dei curdi siriani, accusato di cooperare con il Pkk, il Partito dei lavoratori del Kurdistan ed essere quindi un’organizzazione terroristica. I media della Mezzaluna hanno riportato che l’esercito di Bashar al-Assad avrebbe raggiunto la zona di Manbij per aiutare i curdi a contrastare le armate della Mezzaluna. Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, sembra determinato a sfruttare il vuoto lasciato dal ritiro delle truppe Usa, ma potrebbe essere fermato proprio dal suo grande alleato, Vladimir Putin, che non gradirebbe l’iniziativa turca di invadere il Nord della Siria. Sabato sarà un giorno molto delicato, con la visita di una delegazione di Ankara a Mosca.