La Stampa 27.12.18
Rivolta in Ciociaria contro l’accademia dei nuovi sovranisti
di Maria Corbi
Collepardo,
il paese delle erbe, stretto dai monti della Ciociaria, non ci sta a
diventare un laboratorio internazionale di populismo. La certosa di
Trisulti, i luoghi di San Benedetto invasi da Steve Bannon, il guru
teocon made in Usa e dai suoi seguaci? Una ferita. E così sabato tutti
in marcia verso la Certosa, orgoglio locale, tappa fondamentale del
cammino del Santo, per protestare contro il progetto, ormai al via, di
trasformare questo luogo di pace , di accoglienza e di passaggio delle
genti del mondo in un’accademia internazionale di sovranismo.
E in
questo piccolo borgo immerso nei boschi consacrati dalla scienza
erboristica portata avanti dai monaci che un tempo abitavano la Certosa,
è arrivato anche il Washington Post per capire quel che sta per
accadere. Un interesse che alla gente del posto piace poco. «Adesso
saremo il paese dei fascisti», dice Aldo, un vecchietto che scuote la
testa con grande disappunto. «Io sono sempre stato democristiano, non
sono di sinistra ma questa storia non mi piace». E scappa via quando gli
si chiede il cognome. «Non sono tempi di sincerità», si scusa.
Il
sindaco Mauro Bussiglieri ammette che qui «quasi tutti sono contrari».
La difficoltà maggiore è quella di vedere un luogo religioso trasformato
in una accademia politica che ha come obiettivo la difesa della civiltà
occidentale nei suoi valori giudaico-cristiani. Ma anche la resistenza
al pericolo islamista. Insomma da palestra delle anime a palestra per
gladiatori sovranisti.
A preparare il progetto, partenza il mese
prossimo, c’è Benjamin Harnwell, inglese di 44 anni, referente di Bannon
in Europa, definito da lui «il ragazzo più brillante in città (Roma)». E
«the smartest guy» non ha problemi a spiegare che qui verranno
«istituzionalizzate» le intuizioni di Bannon grazie alle donazioni di
filantropi americani e inglesi che vogliono che i loro figli crescano in
un paese simile a quello in cui sono cresciuti loro. I professori?
Teocon, of course. E il Washington Post si è posto la domanda fatidica:
«Come è possibile che un posto dove monaci, una volta facevano voto di
silenzio, adesso formi la prossima generazione di Matteo Salvini e
Viktor Orban?».
Harnwell intanto, mentre recluta docenti, vive
nella Certosa insieme a una colonia di gatti e all’ultimo monaco
superstite e a un cuoco-giardiniere. Da quando è stata firmata la
convenzione tra il Dignitatis Humanae Institute e il Ministero dei Beni
culturali il luogo è meno accessibile, e solo attraverso visite guidate.
Ed è anche questo un altro motivo di malumore tra la gente di
Collepardo, come ci dice Daniela Bianchi, ex consigliera regionale nella
passata giunta Zingaretti, da sempre in prima fila nel contestare
l’assegnazione della Certosa a un ente ultracattolico e sovranista. E
non si può certo “incolpare” Salvini visto che la firma è di un governo
di sinistra (ministro della Cultura Dario Franceschini). «È vero - dice
la Bianchi - ma questa associazione aveva tutti i requisiti per farlo e
all’epoca non si conosceva il legame con i sovranisti, anche perché
parliamo del 2017. Solo una volta acquisita la Certosa sono usciti fuori
con le loro reali intenzioni». «C’è stata la visita di Bannon molto in
sordina. E poi la sua dichiarazione di fare la scuola politica alla
Certosa. Stiamo parlando di un bene comune sotto tutela del Ministero e
di un presidio monastico sul cammino di San Benedetto, un luogo che
porta con se il significato dello scambio, dell’unione, e non certo
della chiusura sovranista. Quel bando assegnava agli assegnatari dei
compiti ben precisi e occorrerà verificare se sono stati rispettati».
«Quella
di sabato, continua la Bianchi, non sarà solo la marcia su Trisulti
contro Bannon ma anche un momento per fare proposte diverse rispetto
alla sua in modo che questa voce così estranea per la nostra comunità
non rimanga incontrastata».