giovedì 27 dicembre 2018

La Stampa 24.12.18
Cambia la costituzione


Partito comunista forza trainante
di Paolo Mastrolilli


Cuba cambia la costituzione. Quanto poi questo inciderà sulla vita reale dei suoi cittadini, a partire dal riconoscimento della proprietà privata, è tutto da vedere.
La legge fondamentale dell’isola era stata scritta nel 1976, quindi in piena era sovietica. Il regime ha deciso di rivederla, contestualmente al passaggio della presidenza da Raul Castro a Miguel Diaz Canel, per metterla più al passo con i tempi. Il processo si è svolto attraverso la scrittura di una bozza, che poi è stata sottoposta ai commenti dei cittadini. Sabato il testo emendato è stato approvato dall’Assemblea Nazionale, come al solito all’unanimità, e il 24 febbraio verrà votato in un referendum popolare per la scontata ratifica definitiva. Aldilà della procedura abituale, al centro del dibattito c’erano questioni significative sul piano politico, economico e sociale. Sul primo punto, la scrittura iniziale aveva omesso che l’obiettivo di Cuba è «avanzare verso una società comunista», ma le proteste dei cittadini hanno costretto gli autori a cambiarla. Naturalmente è lecito dubitare della sincerità di questa richiesta, che forse serviva al regime solo per avere la copertura popolare per la prosecuzione del vecchio modello, ma comunque la nuova costituzione ribadisce che il Partito comunista, tuttora guidato da Raul Castro, resta la forza trainante del Paese. Verranno inseriti invece limiti alla durata della presidenza, ora che non ci sono più i fratelli Castro ad occuparla, e nascerà la figura del premier. Sul piano economico si registrano i cambiamenti già in corso da qualche tempo, indispensabili per rilanciare la crescita, che procede ad un ritmo poco superiore all’1%. Viene riconosciuta la proprietà privata, che le riforme volute da Raul avevano già consentito per far nascere piccole imprese, ma la sua accumulazione sarà regolata dallo stato. Inoltre si sottolinea l’importanza degli investimenti stranieri, e il via libera alle cooperative possedute dai loro membri. Sono tutti elementi che Castro aveva considerato necessari a smuovere l’economia cubana, e diventano ancora più importanti ora che il presidente americano Trump ha messo fine a quasi tutte le aperture fatte dal predecessore Obama, che peraltro avevano favorito gli investimenti dei cubano-americani nell’isola, nella convinzione che servissero più dell’embargo a cambiarla. 
Referendum sulle nozze gay
Sul piano sociale il punto più importante era la proposta sostenuta dalla figlia di Raul, Mariela, per legalizzare i matrimoni gay. L’opposizione dei cittadini e delle chiese evangeliche l’ha tolta dalla costituzione, ma verrà sottoposta a referendum.