La Stampa 24.12.18
Cambia la costituzione
Partito comunista forza trainante
di Paolo Mastrolilli
Cuba
cambia la costituzione. Quanto poi questo inciderà sulla vita reale dei
suoi cittadini, a partire dal riconoscimento della proprietà privata, è
tutto da vedere.
La legge fondamentale dell’isola era stata scritta nel
1976, quindi in piena era sovietica. Il regime ha deciso di rivederla,
contestualmente al passaggio della presidenza da Raul Castro a Miguel
Diaz Canel, per metterla più al passo con i tempi. Il processo si è
svolto attraverso la scrittura di una bozza, che poi è stata sottoposta
ai commenti dei cittadini. Sabato il testo emendato è stato approvato
dall’Assemblea Nazionale, come al solito all’unanimità, e il 24 febbraio
verrà votato in un referendum popolare per la scontata ratifica
definitiva. Aldilà della procedura abituale, al centro del dibattito
c’erano questioni significative sul piano politico, economico e sociale.
Sul primo punto, la scrittura iniziale aveva omesso che l’obiettivo di
Cuba è «avanzare verso una società comunista», ma le proteste dei
cittadini hanno costretto gli autori a cambiarla. Naturalmente è lecito
dubitare della sincerità di questa richiesta, che forse serviva al
regime solo per avere la copertura popolare per la prosecuzione del
vecchio modello, ma comunque la nuova costituzione ribadisce che il
Partito comunista, tuttora guidato da Raul Castro, resta la forza
trainante del Paese. Verranno inseriti invece limiti alla durata della
presidenza, ora che non ci sono più i fratelli Castro ad occuparla, e
nascerà la figura del premier. Sul piano economico si registrano i
cambiamenti già in corso da qualche tempo, indispensabili per rilanciare
la crescita, che procede ad un ritmo poco superiore all’1%. Viene
riconosciuta la proprietà privata, che le riforme volute da Raul avevano
già consentito per far nascere piccole imprese, ma la sua accumulazione
sarà regolata dallo stato. Inoltre si sottolinea l’importanza degli
investimenti stranieri, e il via libera alle cooperative possedute dai
loro membri. Sono tutti elementi che Castro aveva considerato necessari a
smuovere l’economia cubana, e diventano ancora più importanti ora che
il presidente americano Trump ha messo fine a quasi tutte le aperture
fatte dal predecessore Obama, che peraltro avevano favorito gli
investimenti dei cubano-americani nell’isola, nella convinzione che
servissero più dell’embargo a cambiarla.
Referendum sulle nozze gay
Sul
piano sociale il punto più importante era la proposta sostenuta dalla
figlia di Raul, Mariela, per legalizzare i matrimoni gay. L’opposizione
dei cittadini e delle chiese evangeliche l’ha tolta dalla costituzione,
ma verrà sottoposta a referendum.