giovedì 20 dicembre 2018

La Stampa 20.12.18
Il vescovo usava soldi della Chiesa per piscina, sauna e amante
di Marco Di Blas


Lo chiamavano ormai tutti “System Schwarz”, dal nome di monsignor Alois Schwarz, fino a giugno vescovo di Klagenfurt, capoluogo della Carinzia. Il “sistema Schwarz” stava a indicare il modo arbitrario e opaco di amministrare la diocesi. Le critiche riguardavano non tanto la “missione pastorale” del presule, quanto la gestione in senso stretto del cosiddetto “Mensalgut”, il patrimonio della Chiesa carinziana, fatto di immobili, scuole, ostelli, beni forestali per un valore di centinaia di milioni. Che i conti non fossero in regola lo si sospettava da tempo. Irregolarità di vario genere erano state segnalate più volte alla nunziatura apostolica a Vienna, ma anche direttamente a Roma. Nessuna reazione. Schwarz, anzi, aveva ottenuto in luglio l’incarico ben più prestigioso di vescovo della Bassa Austria, il Land più grande e più ricco. Era inevitabile che la bomba scoppiasse subito dopo la sua partenza. È stato costituito un gruppo di lavoro che ha passato al setaccio tutti i conti della diocesi, giungendo a risultati sconcertanti: una lievitazione di spese ingiustificate per svariati milioni. Tra queste, la costruzione di una piscina con sauna annessa, costate oltre un milione.
Il rapporto con la collaboratrice
Ma l’aspetto più delicato emerso dall’indagine ha riguardato la relazione intima che si era instaurata tra il presule e una sua collaboratrice, Andrea Enzinger, da lui nominata direttrice di un centro di formazione con un compenso annuo di 91.000 euro. Il monsignore aveva praticamente perso la testa per lei, lasciandole fare ciò che voleva. Era lei a tenere le redini della diocesi, tanto da essere soprannominata “Frau Bischof”, “signora vescovo”. Nel rapporto di sei pagine redatto a conclusione dell’indagine non si dice esplicitamente che Enzinger fosse l’amante del vescovo, ma il messaggio è inequivocabile: a causa della sua condotta il presule si sarebbe trovato sempre più limitato nella guida del suo ufficio «in relazione all’obbligo del celibato previsto per i sacerdoti». «Schwarz – si legge ancora – a causa della sua relazione, era condizionato dall’arbitrio e dagli umori di questa sua confidente». Il rapporto è stato inviato a Roma che ha reagito ordinando il silenzio. Ma i monsignori del capitolo dopo una settimana di riflessione si sono ribellati e hanno convocato i giornalisti (con solo un paio d’ore d’anticipo, per evitare che la notizia potesse girare e la conferenza venisse bloccata), perché le dimensioni del caso – hanno dichiarato – fanno sì che non sia più soltanto una questione interna alla Chiesa. Ieri intanto è già stata annunciata un’azione risarcitoria nei confronti dell’ex vescovo.