mercoledì 19 dicembre 2018

La Stampa 19.12.18
India
“Basta agli abusi del maschilismo”
Così nasce il Partito delle donne
di Carlo Pizzati


Non dovrebbe sorprendere nessuno se nel peggior Paese al mondo per le donne (che secondo l’ultimo sondaggio Thomson Reuters è appunto l’India) sia stato inaugurato ieri un Partito Nazionale delle Donne. Candidate, elettrici, militanti: sempre e solo donne, con qualche apertura ai politici maschi se vorranno appoggiare il programma con i loro voti.
Così, dopo 102 anni della nascita dall’omonimo partito che in America vide sbocciare il movimento delle suffragette, ecco che in India un coraggioso medico 36enne, Swetha Shetty, inaugura una campagna politica con un obiettivo preciso: una quota rosa che porti le presenze femminili nella Camera Alta del Parlamento dall’attuale 11 per cento a un 50 per cento obbligatorio.
La presidente Shetty dice di poter contare già sul sostegno di un milione e 450 mila voti del Mahila Samiti, il partito dei cosiddetti «intoccabili» dello Stato del Telangana.
«Rappresentiamo prima di tutto le vittime sfruttate che hanno sofferto in questo sistema maschilista. Quelle che hanno girato da sportello a sportello aspettandosi un aiuto senza ottenere niente, quelle che hanno sofferto gli abusi domestici o stanno lottando contro l’establishment», ha dichiarato alla presentazione del partito Shetty, facendosi ritrarre accanto a una vittima di stupro e un’altra di un attacco con l’acido.
Le prime scintille del National Woman’s Party hanno brillato già nel 2012, quando lo stupro e assassinio di Jyoti Singh in un autobus a Delhi scatenò proteste di massa.
«Il mondo politico in India è stato dominato profondamente dai maschi. Ci siamo sempre sentite escluse», ha commentato Shetty, dimenticando forse l’ex premier Indira Gandhi e la sua potentissima nuora Sonia Gandhi, di origini italiane, oltre a una serie di governatrici donne che negli anni hanno amministrato diversi stati. «Ora c’è la necessità di un tocco femminile più delicato. Il potere alle donne porterà a una gestione più equa dei paradossi del nostro tempo».
Unica pecca poco femminista del nuovo partito è forse il sottotitolo: «Il partito delle madri». Un facile slogan che rischia di urtare chi nel femminismo occidentale rigetta l’idea di donna sempre e solo come madre. Ma era un concetto irresistibile in India, Paese dove il ruolo della mamma è forse paragonabile a quello che ha ancora in Italia.
A parte questo dettaglio demagogico, il movimento è molto determinato e con le idee chiare. «Non ci fermeremo fino a quando non vedremo che le donne sono rappresentate con eguaglianza in Parlamento», promette il dottor Shetty, «e, dopo, porteremo la quota del 50 per cento obbligatorio in tutti gli altri ambiti della società».
Peso politico? La partita è aperta. Il BJP, partito di governo con il premier Narendra Modi alla guida, ha sofferto alcune batoste nelle recenti votazioni in alcuni stati indiani. Se il National Woman’s Party riuscirà a raccogliere una decorosa percentuale di voti, potrà puntare al ruolo di ago della bilancia nelle importanti elezioni nazionali del 2019 e dimostrare che il futuro è davvero donna.