La Stampa 19.12.18
Xi sfida l’Occidente: “Nessuno può dirci cosa dobbiamo fare”
Il
presidente cinese celebra il 40° anniversario delle riforme di Deng e
loda il miracolo economico: “Andremo avanti con il modello socialista”
di Francesco Radicioni
Bangkok
Celebrando a Pechino il 40° anniversario della riforma e dell’apertura
voluta da Deng Xiaoping, il presidente cinese ha chiarito che le riforme
che la Cina ha in mente non sono quelle che l’Occidente si aspetta.
«Nessuno è nella
Il modello
Nonostante il rallentamento
dell’economia e le tensioni commerciali con gli Stati Uniti, Xi Jinping
ha deluso quelli che pensavano che il leader cinese avrebbe usato queste
celebrazioni per annunciare una chiara direzione di riforma economica.
«Dobbiamo riformare con decisione ciò che può e deve essere cambiato,
così con altrettanta decisione non dobbiamo riformare ciò che non può e
non deve essere cambiato». Se Donald Trump punta il dito contro i
sussidi di Pechino all’economia, invece - pur senza citare l’inquilino
della Casa Bianca - il leader della Repubblica Popolare ha difeso il
modello economico del «socialismo con caratteristiche cinesi».
Il «maestro arrogante»
«Per
portare avanti la riforma e l’apertura in un Paese con cinquemila anni
di storia e un miliardo e 300 milioni di persone, non esiste alcun libro
di testo contenente le regole d’oro o un maestro arrogante che possa
insegnare al popolo cinese».
Come già fatto più volte negli ultimi
mesi, ieri Xi ha promesso che Pechino non cercherà l’egemonia ma sarà
anche più assertiva, andrà avanti con le riforme ma sosterrà sia
l’economia di Stato che lo sviluppo del settore privato. È raro che
simili eventi siano in Cina l’occasione per importanti annunci politici,
ma - nel mezzo della tregua nella guerra commerciale tra Pechino e
Washington, mentre gli ultimi dati segnano una contrazione dei consumi e
crescono le preoccupazioni del settore privato per l’accesso al credito
- gli analisti confidavano in qualcosa di più. Probabile che istruzioni
più precise usciranno dalla Conferenza Centrale sul Lavoro Economico
che ha aperto i suoi lavori nelle scorse ore a Pechino, tuttavia gli
stessi media cinesi sono cauti nell’aspettarsi «cambiamenti
strutturali».
Nella Grande Sala del Popolo affacciata sulla
Tiananmen, Xi Jinping ha parlato quasi un’ora e mezzo davanti al gotha
della politica cinese e ai «pionieri della riforma»: cento personalità
premiate dal Partito Comunista per il contributo dato alla
trasformazione della Cina.
L’attacco a Mao
In mezzo a
scienziati, accademici e militari, il leader della Repubblica Popolare
ha consegnato l’onorificenza anche al fondatore di Alibaba Jack Ma, al
Ceo di Tencent Pony Ma e all’ex campione del Nba Yao Ming. Il leader
cinese ha usato parole dure per descrivere la Rivoluzione Culturale -
«che ha portato l’economia cinese sull’orlo del collasso» - e ha invece
difeso il pragmatismo dell’apertura e delle riforme voluta da Deng
Xiaoping.
Il miracolo
Esattamente quarant’anni fa, il 18
dicembre 1978, l’architetto delle riforme liquidò i detriti ideologici
dell’era di Mao Zedong e gettò le basi per quell’apertura al mercato che
ha consentito alla Cina di diventare la seconda economia del mondo.
«Siamo orgogliosi - ha detto Xi - del miracolo compiuto dal popolo
cinese». Quattro decenni in cui - come ricordano puntigliosi i media di
Stato - la Cina è cresciuta a una media del 9,5% annuo e durante i quali
oltre 740 milioni di persone sono uscite dalla povertà. «Avevamo
tagliandi per il grano, per i vestiti, per la carne, per il pesce che
sono stati consegnati al museo della storia».
Nonostante negli
scorsi mesi alcuni analisti avessero ipotizzato che Xi Jinping - il
leader più potente in Cina dopo Mao e Deng - stesse offuscando l’eredità
del «piccolo Timoniere», l’omaggio fatto ieri all’architetto delle
riforme e dell’apertura ha mostrato un presidente cinese in forte
continuità con la storiografia ufficiale del Partito-Stato. Citato ben
128 volte, un protagonista dell’intervento del presidente cinese è stato
proprio il Partito Comunista. «Solo migliorando la leadership e la
governance del partito - ha detto Xi - potremo avere la garanzia che la
nave dell’apertura e della riforma potrà continuare il suo viaggio».
Sebbene il futuro riservi «ogni tipo di rischio e di sfida», secondo Xi
Jinping la principale lezione che la Cina può imparare dai 40 anni di
riforma e apertura è quella rimanere aderente alla leadership di
Pechino. «Est, Ovest, Sud, Nord e Centro: è il partito a guidare ogni
cosa».