Corriere 19.12.18
I 40 anni delle riforme
Xi Jinping
«La Cina? Un miracolo costruito dal Partito»
dal corrispondente a Pechino Guido Santevecchi
Quarant’anni
fa, il 18 dicembre 1978, Deng Xiaoping diceva al Partito comunista che
era ora di «emancipare le menti e cercare la verità dai fatti». I fatti
dicevano che il socialismo perseguito da Mao era sinonimo di povertà per
tutti. Era ora di cambiare e aprire la Cina alle riforme di mercato.
Nell’era di Xi Jinping il Partito si è riunito di nuovo nella Grande
sala del popolo in piazza Tienanmen per celebrare il suo successo. «Un
miracolo», ha scandito il presidente cinese, costruito dal Partito che
«è la guida, è tutto». «Abbiamo raggiunto obiettivi epici, abbiamo mosso
cielo e terra». Per questo ora nessuno dall’esterno «può dettare alla
Cina quello che deve o non deve fare». In novanta minuti di discorso Xi
ha citato Deng una decina di volte. Il tributo più grande al Piccolo
Timoniere della Grande apertura è venuto all’inizio: «Compagni, la Cina
quarant’anni fa era sull’orlo del collasso economico dopo gli errori
della Rivoluzione culturale, Deng Xiaoping si levò in piedi per mettere
il Paese sulla giusta via delle riforme e rilanciare la rivoluzione
socialista». Poi Xi ha ripetuto la frase storica di Deng sulle menti da
emancipare e la verità da ricercare nei fatti. E secondo Xi «i fatti
provano che il nostro percorso, la teoria, il sistema e la cultura sono
assolutamente corretti». Tra i molti numeri citati da Xi quello sulla
crescita del Pil cinese: 9,5% all’anno in media negli ultimi
quarant’anni, rispetto al tasso globale del 2,9%; e ancora, il Pil
cinese che nel 1978 rappresentava solo l’1,8% di quello mondiale oggi è
arrivato a più del 15%; e i 740 milioni di cittadini usciti dalla soglia
della povertà. Il passaggio più applaudito, sempre con sobrietà, è
stato quello sui «tormenti della fame, la mancanza di cibo e vestiti che
avevano perseguitato il nostro popolo per migliaia di anni sono finiti e
non torneranno». Un passaggio del discorso è stato dedicato (senza
citarla espressamente, perché Xi è molto più sfumato e sottile di Donald
Trump) alla guerra commerciale con gli Stati Uniti, che ora è entrata
in una tregua negoziale di 90 giorni: «La Cina sostiene un sistema di
commerci aperto, inclusivo, non discriminatorio e multilaterale». Poi
l’esaltazione della Belt and Road, la Nuova Via della Seta, la sua
creatura: «La svilupperemo, andremo lontani ma non cercheremo mai
l’egemonia». L’obiettivo è «costruire una comunità del futuro condiviso
per l’umanità. Di nuovo un monito, il più forte, a Trump, sempre senza
citare il rivale: «Nessuno può dettare al popolo cinese quello che deve o
non deve fare».