mercoledì 19 dicembre 2018

La Stampa 19.12.18
Caserme di Mosca sulle isole contese
E Tokyo aumenta la spesa militare
La guardia costiera giapponese tra Hokkaido e le Curili
di Giuseppe Agliastro


Il Pacifico Occidentale è al centro di una nuova sfida internazionale. Russia, Cina e Giappone fanno a gara nel modernizzare le loro forze armate per accrescere il proprio peso specifico nella regione.
I nuovi complessi
Mosca fortifica da tempo le Curili meridionali con jet e missili. Ma è stata la costruzione di quattro nuovi complessi residenziali per i militari russi a Iturup e Kunashir, le isole più grandi dell’arcipelago, a scatenare l’ira di Tokyo, che da oltre sette decenni rivendica quelle quattro isole occupate dall’Urss alla fine del secondo conflitto mondiale. Un’annosa questione, su cui Russia e Giappone hanno recentemente intensificato il dialogo, ma sulla quale si stagliano le nuove tensioni nel Pacifico che hanno spinto Tokyo a un’impennata dei suoi investimenti nella difesa.
L’ascesa militare di Pechino
Messo di fronte all’ascesa militare della Cina, alla minaccia missilistica e nucleare della Corea del Nord e alle rinnovate aspirazioni geopolitiche del Cremlino, il governo di Shinzo Abe ha varato un nuovo piano che prevede una spesa record in mezzi militari: 243 miliardi di dollari in cinque anni. Cioè il 6,4% in più rispetto al precedente progetto quinquennale. Nel prossimo decennio il Giappone acquisterà dai suoi alleati americani due sistemi antimissili Aegis Ashore e ben 147 caccia F-35, tra cui 42 F-35 B a decollo corto e atterraggio verticale. Questi ultimi saranno schierati anche in mare. Tokyo intende infatti trasformare due portaelicotteri in portaerei e la Izumo sarà presto la prima portaerei nipponica dai tempi della seconda guerra mondiale. Una novità che qualcuno interpreta come una violazione del principio costituzionale in base al quale dal dopoguerra il Giappone affida alle sue truppe compiti esclusivamente difensivi. Il governo Abe respinge però le accuse: queste «navi da guerra multifunzione» - assicura - saranno usate solo per difendere il Paese in caso di attacco. E lo stesso - garantisce - vale per i missili.
Le pressioni di Trump
Dietro questo imponente shopping militare ci sono le pressioni di Trump, che spinge perché i suoi alleati aumentino le proprie spese belliche. Preferibilmente acquistando armi americane. Ma ci sono soprattutto gli attriti nella zona del Pacifico. «Stanno emergendo rivalità nazionali - spiegano i giapponesi - e riconosciamo l’importanza della concorrenza di Cina e Russia, che sfidano l’ordine regionale». Proprio questa corsa agli armamenti è uno dei principali ostacoli alla soluzione della questione delle Curili, che finora ha impedito a Mosca e Tokyo di firmare un trattato di pace dopo la Seconda guerra mondiale. La Russia potrebbe cedere al Giappone Habomai e Shikotan, ovvero le più piccole delle quattro isole, in cambio di investimenti e di un rilancio dei rapporti economici e politici col Giappone. Ma sospetta che su quegli isolotti Tokyo possa schierare missili americani. Il Giappone è a sua volta preoccupato dalla crescente attività militare di Pechino nel Mar Cinese Meridionale. E anche gli Usa temono l’ascesa militare della Cina. Se Trump minaccia di uscire dal Trattato Inf che vieta i missili nucleari a medio raggio è anche perché questo documento impegna solo Mosca e Washington, mentre Pechino non ha le mani legate da nessun accordo. Frenare la Cina in fondo è anche nell’interesse della Russia. Ecco perché ieri Putin ha proposto di includere anche «altri Stati» nel Trattato Inf o in nuovo accordo simile.