La Stampa 18.12.18
Decreto sicurezza, ci saranno 140 mila irregolari in più
di Flavia Amabile
Tra
giugno 2018 e dicembre 2020, in Italia ci saranno almeno 140 mila
stranieri irregolari in più. È l’effetto del decreto sicurezza approvato
dal governo a ottobre secondo le prime stime dell’Ispi, l’Istituto per
gli studi di politica internazionale.
Una parte di questo aumento è
avvenuta nei mesi scorsi, sono circa 25 mila persone in più senza alcun
documento in strada. Ma l’aumento maggiore verrà registrato tra oggi e
la fine del 2020.
Nello studio Matteo Villa, analista dell’Ispi
nel Programma Migrazioni, parte dallo «scenario base», quello in cui
l’Italia avrebbe mantenuto tutti e tre i livelli di protezione
internazionale presenti prima del nuovo decreto (status di rifugiato,
protezione sussidiaria e protezione umanitaria). Anche in quel caso ci
sarebbe stato un aumento degli irregolari ma sarebbero stati 60 mila in
più. Secondo l’Ispi il decreto invece porterà ad un raddoppio abbondante
del numero di irregolari in Italia, saranno altri 70 mila in più. E non
servirà a nulla sperare nei rimpatri perché «sarebbero necessari 90
anni, e solo a condizione che nel prossimo secolo non arrivi più nessun
irregolare».
In totale - prosegue lo studio - «entro il 2020 il
numero di migranti irregolari presenti in Italia potrebbe superare quota
670.000. Si tratta di un numero più che doppio rispetto ad appena
cinque anni fa, quando i migranti irregolari stimati erano meno di
300.000. Sarebbe anche il record di sempre se si esclude il 2002, quando
in Italia si stimavano presenti 750.000 irregolari».
La riforma,
infatti, spiega Matteo Villa nello studio, avrà due effetti. La prima
conseguenza sarà la fine della protezione nei confronti di chi è
arrivato in Italia, ha avviato la procedura per ottenere una tutela ma è
ancora in attesa della valutazione. «Non potranno più ricevere la
protezione umanitaria - sottolinea lo studio - e correranno dunque un
maggior rischio di vedersi negato almeno un livello di protezione,
scivolando nell’irregolarità».
La seconda conseguenza sarà la fine
delle tutele anche per coloro che già sono titolari di protezione
umanitaria perché «non potranno chiederne il rinnovo, diventando dunque
irregolari».
Da un punto di vista numerico, questo vuol dire che
nel caso di coloro che ancora attendono una valutazione «nei mesi
precedenti l’avvio dell’attuale governo, circa il 28% delle domande
esaminate aveva come esito la protezione umanitaria. Dunque, sui 107.500
casi pendenti, poco più di 30.000 avrebbero ricevuto la protezione
umanitaria nello scenario base, mentre in questo caso si vedranno
opporre un diniego di protezione, diventando irregolari».
Se
invece si prendono in esame coloro che sono già titolari di protezione,
lo studio avverte che non è possibile conoscere con certezza il numero
degli attuali titolari di protezione umanitaria. Tuttavia, dal momento
che la protezione può durare al massimo due anni, e che prima della
riforma poteva essere rinnovata, una stima conservativa è quella di
considerare titolari di protezione tutte quelle persone cui è stata
assegnata la protezione umanitaria negli ultimi due anni. Si tratta di
quasi 40.000 persone, che non potranno fare richiesta di rinnovo di
protezione una volta scaduta, e che dunque diventeranno irregolari entro
i prossimi due anni.
Sommando le due cifre si raggiunge il numero
di 69.751, quasi 70.000 persone sono a rischio di diventare irregolari
in Italia entro la fine del 2020 a causa dell’abolizione della
protezione umanitaria, più del doppio rispetto alla situazione
pre-decreto.