lunedì 17 dicembre 2018

La Stampa 17.12.18
Migranti, il Papa difende il patto che l’Italia
non ha firmato
di Andrea Tornielli


«La comunità internazionale operi con responsabilità, solidarietà e compassione verso coloro che lasciano i loro Paesi». Papa Francesco alla fine dell’Angelus recitato a mezzogiorno di ieri dalla finestra del Palazzo Apostolico ha citato l’approvazione del Global Compact sulle migrazioni avvenuta nel corso della recente conferenza intergovernativa dell’Onu in Marocco. Com’è noto 164 governi hanno detto il loro «sì» al patto, mentre una trentina di Paesi - tra i quali l’Italia - non lo hanno sottoscritto.
«La settimana scorsa - ha detto il Pontefice - è stato approvato a Marrakech, in Marocco, il Patto mondiale per una migrazione sicura, ordinata e regolare, che intende essere un quadro di riferimento per tutta la comunità internazionale. Auspico pertanto che essa, grazie anche a questo strumento - ha aggiunto Francesco - possa operare con responsabilità, solidarietà e compassione nei confronti di chi, per motivi diversi, ha lasciato il proprio Paese, e affido questa intenzione alle vostre preghiere».
Parolin a Marrakech
All’incontro di Marrakech era presente il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin. Prendendo la parola si era felicitato a nome del Papa per l’adozione del patto.
Il Segretario di Stato vaticano aveva osservato che «un numero sempre maggiore di persone è costretto da fattori avversi a lasciare la propria casa» con «viaggi involontari, insicuri e irregolari che pongono i migranti e le loro famiglie in situazioni di vulnerabilità, presentando sfide significative per i Paesi di origine, di transito e di destinazione». E «quando queste sfide non sono gestite bene, si possono creare crisi, la retorica può eclissare la ragione, e i migranti possono essere visti più come minacce che come fratelli e sorelle che hanno bisogno di solidarietà e servizi di base».
In questo frangente, aveva detto ancora Parolin, il Global Compact «cerca di aiutare la comunità internazionale a prevenire crisi e tragedie» e la sua attuazione «aiuterà tutti i governi, così come le organizzazioni non governative, comprese quelle religiose, a gestire collettivamente la migrazione in modo più sicuro, ordinato e regolare, cosa che nessuno Stato può realizzare da solo». Il cardinale aveva concluso: «La Santa Sede è convinta che le enormi sfide che la migrazione pone siano meglio affrontate attraverso processi multilaterali piuttosto che attraverso politiche isolazioniste».